Magici oggetti in legno e pietra incantano i visitatori della Fiera
Nella Fiera delle meraviglie attira la curiosità dei visitatori il grande piatto in noce intagliato con inserti in pietra ollare sul banco in via Sant’Anselmo di Ennio Nicco, 63 anni, di Pont-Saint-Martin. «Partecipo alla Foire dal 1998 dopo il corso alla bottega-scuola di Giuseppe Binel di Donnas - racconta Ennio Nicco - e quest’anno ho voluto presentare un’opera di grandi dimensioni. Così mi sono cimentato con questo piatto che ha un diametro di 1 metro e 10 centimetri». Il prezzo è di 2mila euro, altri piatti intagliati sono in vendita a 350 euro.
Sempre in via Sant’Anselmo espone le sue opere uno dei pilastri della Millenaria: Giovanni Thoux di Verrès, artista pluripremiato che nel 2009 ha ottenuto il titolo di Chevalier de l’Autonomie, conosciuto per i suoi spettacolari bassorilievi policromi con le leggende valdostane e per i “nodi” di noce dai quali ricava personaggi suggestivi. Ad accompagnarlo, come sempre, la moglie Nanjo Shinobu, sposata 55 anni fa e conosciuta durante il periodo di studio e lavoro a Tokio, e la figlia Lisa Maria, pittrice con studio a Montjovet. «Questa è la mia ultima Fiera di Sant’Orso, a cui partecipo dal 1972. - annuncia Giovanni Thoux - A maggio compirò 89 anni ed è diventato troppo impegnativo».
Poco distante, Guglielmo Pramotton, classe 1948, di Donnas, un altro artigiano premiato più volte e presente alla Fiera di Sant’Orso dal 1974, sorride accanto a bassorilievi ed a opere a tuttotondo, tra le quali spiccano una scultura che rappresenta la Badoche di Courmayeur e una che raffigura l’alpinista francese Henriette d’Angeville, ricordata per essere stata la prima donna a conquistare la vetta del Monte Bianco con le proprie forze nel 1838. «Per scolpirla mi sono ispirato a un’immagine antica che la ritraeva. - racconta Guglielmo Pramotton - Realizzo le mie opere in noce, larice, ciliegio e maggiociondolo». I prezzi partono da 200 euro.
Ruggero “Roger” Brunodet, 69 anni, di Valtournenche, partecipa alla Foire de Saint Ours da quando aveva 14 anni: una passione ereditata dal padre Jean che però realizzava dei presepi. «Io faccio delle cornailles - spiega Roger Brunodet - e poi da delle radici di ginepro, trascinate sulle pietraie dalle slavine, creo dei galletti semplicemente con qualche ritocco e aggiungendo delle pennellate di colore rosso». Pezzi in vendita da 50 euro fino a un massimo di 150 euro.
L’arcangelo Raffaele di Giangiuseppe Barmasse, classe 1962, di Valtournenche - che scolpisce da quando aveva 12 anni ed è tra gli artigiani più famosi e apprezzati della Millenaria a cui è presente dal 1978 - è alto 2 metri e tra l’ammirazione generale spiega le sue ali sotto la Porta Pretoria: «L’ho scolpito in seguito alla richiesta particolare di una persona e ho voluto rispettare le imperfezioni del tronco di castagno da cui l’ho ricavato, perché una pianta è come una persona». Le opere sul suo banco possono essere acquistate a partire da 500 euro.
Un altro nome nell’olimpo degli artigiani è quello di Marco Joly di Arnad che compirà 78 anni martedì prossimo, 6 febbraio, e partecipa alla Fiera di Sant’Orso da 51 anni. «Tra le opere di quest’anno ho realizzato un pannello in noce antico su cui ho messo 220 pecorelle. - riferisce Marco Joly - Le ho avvitate una per una e per questo motivo ho dovuto lavorare su un apposito bancone che lo tenesse in verticale». Tra gli altri pezzi, un Cristo e dei bassorilievi raffiguranti dei presepi. Il costo dei manufatti più piccoli parte da 50 euro.
In via Porta Pretoria incanta la magia delle sculture in pietra di Donato Savin di Epinel a Cogne, classe 1959, uno dei più celebrati artisti valdostani, noto a livello internazionale e da 37 anni alla Fiera di Sant’Orso, che in questa edizione espone dei guerrieri con le lance in resta. «Mi sono ispirato al Medioevo, - spiega Donato Savin - periodo storico di cui sono testimoni i tanti castelli presenti in Valle d’Aosta, alla Baìo di Sampeyre, tradizionale festa occitana che si svolge ogni 5 anni nel periodo di Carnevale in Val Varaita, nel cuneese, che rievoca la cacciata dei saraceni e, purtroppo, anche ai venti di guerra che stanno soffiando sempre più impetuosi in tutto il mondo. Inoltre ho portato della frutta, mele e pere. Le mie pietre preferite sono l’onice di Saint-Nicolas, la magnetite delle miniere di Cogne e il marmo di Runaz». Pezzi unici, interamente lavorati a mano, con prezzi che partono dai 300 euro.