Elio Sanson, ristoratore e gentiluomo Fu l’anima della Brasserie Valdôtaine

Era un uomo di bella presenza, dotato di un’innata eleganza, la cui grande competenza professionale traspariva dai modi raffinati con i quali riusciva a mettere subito a proprio agio i tanti affezionati clienti dei ristoranti che ha gestito. Prima la Brasserie Valdôtaine, in via Xavier de Maistre ad Aosta, e poi il locale ricavato al piano terreno della sua abitazione a Saint-Christophe battezzato semplicemente con il suo cognome: Sanson. Elio Sanson avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 13 maggio ma lui rivendicava orgogliosamente di essere un novantenne, tanto che a chi, stupito dalla sua prestanza fisica, gli chiedeva quale fosse la sua età, rispondeva senza esitare «Classe 1934». Secondo di 4 fratelli - Lidia, già mancata, era la più grande, poi dopo di lui sono nati Enrico e Giorgio - era giunto ad Aosta da Intra all’età di 2 anni con i genitori originari di Vicenza: Giovanni Sanson, meccanico-elettricista che aveva trovato impiego alla Cogne di Morgex, ed Elisa Covolo, donna di grande energia e forza d’animo. Come quasi tutti i ragazzi della sua generazione, Elio Sanson iniziò a lavorare che era poco più di un bambino, prima come “bocia muratore” e poi avviandosi nel settore della ristorazione. Per realizzare i suoi sogni, però, Aosta era troppo piccola, così appena ventenne girò mezza Europa, imparando numerose lingue che si rivelarono preziose quando in seguito prestò servizio sui transatlantici, dall’Inghilterra e dall’Olanda alla volta di New York e dei Caraibi: ebbe così l’occasione di servire e conoscere tanti personaggi celebri del mondo dello spettacolo, ma anche della politica e dello sport. Una gavetta che professionalmente lo fece crescere in fretta. Infatti a Stoccolma, dove conobbe la futura moglie Britt-Marie Göransson, sposata il 17 settembre 1961, la sua carriera ebbe un primo, importante, balzo in avanti, dato che fu assunto come direttore di sala al Berns, il più grande ristorante europeo di quei tempi. Nella capitale svedese, in cui rimase fino al 1972, vennero alla luce nel giugno 1966 Christina, attualmente psico-oncologa proprio a Stoccolma, e nel luglio 1969 Helena, professore ordinario all’Università di Cambridge, nel Regno Unito. Il rientro in Italia della famiglia Sanson fu a Firenze dove Elio Sanson ricoprì il prestigioso ruolo di direttore dello storico Ristorante Sabatini. Nel 1974 tornò ad Aosta dove si mise in proprio aprendo la Brasserie Valdôtaine in via Xavier De Maistre, nei locali che furono della Birreria Zimmerman. Il successo fu rapido e ben presto la fama di Elio Sanson valicò i confini della città attirando clienti non solo da tutta la Valle d’Aosta ma anche da altre regioni e dall’estero. Un’esperienza gratificante che terminò nel 1986 quando lasciò la Brasserie Valdôtaine per aprire un ristorante con una quarantina di coperti al piano terreno della sua bella casa a Saint-Christophe a cui diede il suo cognome. Una scelta non casuale, perché è qui che riuscì ad esprimere al meglio la sua rara abilità di chef, con piatti della tradizione italiana, svedese e internazionale, finemente rivisitati e proposti con il servizio alla lampada, o tecnica del flambé, da lui già introdotto alla Brasserie. La realizzazione avveniva in sala e l’obiettivo era stupire e coinvolgere i clienti nella preparazione, creare un’atmosfera accogliente e impreziosire le portate con un tocco personale. Con l’insostituibile supporto della moglie, Elio Sanson proseguì l’attività fino al 1995. Ma anche da pensionato è stato un uomo energico e molto attivo, tanto che lo scorso mese di dicembre si mise a spalare la neve davanti a casa dopo la prima nevicata. A strapparlo all’affetto dei suoi cari è stata una breve malattia: è mancato martedì 30 gennaio all’Ospedale Beauregard. I funerali, molto partecipati, sono stati celebrati ieri, venerdì 2 febbraio, nella chiesa parrocchiale di Saint-Christophe.