Commemorato davanti alla Questura il commissario di Polizia Camillo Renzi
Sabato scorso, 27 gennaio, Giorno della Memoria, rappresentanti dell’Anpi Valle d’Aosta si sono ritrovati intorno alla Pietra d’inciampo del commissario di Polizia Camillo Renzi - posta davanti alla Questura di Aosta - per ricordare la sua storia. «Il sacrificio di milioni di persone non sarà stato vano solo se ognuno di noi si impegnerà a salvare un nome dall’oblio della storia. - sottolinea Raimondo Donzel - Inciampare emotivamente nel nome del commissario di Polizia Camillo Renzi, figura esemplare di integerrimo servitore dello Stato, risveglia il suo coraggio e il suo altruismo di uomo che pur consapevole del rischio e del pericolo, in una delle situazioni più tragiche della storia umana, scelse di salvare vite umane e contribuire al movimento di Resistenza all’occupazione nazi-fascista. La sua meritoria attività gli costò l’arresto nell’agosto del 1944 e il 12 febbraio trovò la morte a Dachau. Proprio come nelle intenzioni l’artista tedesco Gunter Demnig, ispirato da un brano del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”. Noi non vogliamo che sia disperso il bene fatto da Camillo Renzi e neppure che si possa negare il male subito».
Raimondo Donzel aggiunge che «Le iniziative nazionali promosse dai Ministeri dell’Interno e della Difesa hanno quindi permesso attraverso Polizia di Stato e Arma dei carabinieri di mantenere viva la memoria di poliziotti e di carabinieri che furono deportati dai nazifascisti nei campi concentramento e sterminio, dove molti furono uccisi o morirono di fame, malattia e maltrattamenti. E’ importante e fondamentale il ruolo delle Istituzioni democratiche nel lavoro di formare e mantenere una coscienza civica collettiva attiva contro le violenze della deportazione, della segregazione e dello sterminio. Ne sono prova i biechi tentativi di svellere le pietre d’inciampo, di trafugarle o di impedire la loro deposizione».
Raimondo Donzel conclude sottolineando che «La banalità del male, la banalità dell’ignoranza del male, dell’indifferenza aleggiano sulla nostre vite quotidiane. Solo una presa di coscienza critica ci può salvare. Occorre superare insieme ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del nazifascismo, per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, idee politiche, orientamenti sessuali o, secondo una falsa ideologia pseudo scientifica, a causa della razza».
Nel 2022 il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito la Medaglia d’oro al Merito Civile alla memoria del commissario di Pubblica Sicurezza Camillo Renzi e di Francesca Scaramellino, sua consorte, per la collaborazione attiva prestata alla lotta di Liberazione e alla Resistenza in Valle d’Aosta.
Il Commissario Renzi – nato a Mugnano del Cardinale, in provincia di Avellino, il 1° aprile 1903 -, dopo l’8 settembre 1943, è in servizio alla Questura di Aosta. In quel periodo entra in contatto con la Resistenza valdostana collaborando attivamente con essa, esponendosi insieme alla moglie Francesca Scaramellino, nata invece a Vico Equense, in provincia di Napoli, il 17 aprile del 1909.
Nell’agosto 1944 i coniugi sono arrestati da agenti dell’Ufficio politico investigativo di Aosta, parte della Repubblica sociale italiana, per il loro impegno antifascista e poi deportati nei campi di concentramento. Camillo Renzi nel lager di Dachau, dove muore il 13 febbraio 1945. Francesca Scaramellino è invece trasferita nel lager di Ravensbrück, dove sopravvive agli stenti della deportazione sino al ritorno in Italia nel 1945. Morirà a Napoli il 9 febbraio 1991.
L’iter per riconoscimento ha preso avvio nel maggio 2018 su iniziativa dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in Valle d’Aosta. Tale segnalazione, a completamento della relativa istruttoria, nell’ambito della quale sono stati acquisiti i pareri favorevoli del Comune di Aosta, della Questura di Aosta e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma della Valle d’Aosta, ha fatto oggetto di formale proposta al Ministero dell’Interno nel marzo 2020 da parte del Presidente della Regione, nell’esercizio delle funzioni prefettizie.