Mobilità sanitaria: la “fuga” per le cure costa alla Valle d’Aosta 13,6 milioni

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La Valle d'Aosta è tra le 13 regioni a registrare un saldo negativo della mobilità sanitaria nell'anno 2021, l’ultimo di cui siano stati resi disponibili i dati. Per mobilità sanitaria si intende la situazione in cui un paziente si sposta dalla zona in cui vive per cercare altrove cure e terapie: la Valle d’Aosta quindi spende più soldi per ripagare le altre regioni dei servizi che hanno messo a disposizione per curare i pazienti in uscita di quanti non ne incassi per coprire i costi con cui si sono garantite le prestazioni sanitarie in Valle d’Aosta ai pazienti provenienti da altre regioni.

Secondo il report di Gimbe, la nostra regione vanta crediti per 13,5 milioni di euro e debiti per 27,1 milioni, per un saldo negativo di 13,6 milioni. Nel 2020 il saldo era già negativo, ma per 10,6 milioni di euro. Nel 2018 (per il 2019 il report Gimbe non è disponibile) era di -5,1 milioni. Nel 2017 era di -1,39 milioni. In Valle le strutture private erogano il 19,1 per cento del valore totale della mobilità sanitaria attiva (la media in Italia è del 54,7 per cento).

Secondo l’Usl, non si tratta di un dato particolarmente allarmante. «Per quanto riguarda il valore assoluto del saldo di mobilità sanitaria, la Valle d’Aosta si pone tra le regioni con un saldo negativo minimo» rimarca il direttore generale dell’Usl Massimo Uberti. In effetti la nostra regione è tra quelle cosiddette “a saldo negativo minimo” insieme al solo Friuli Venezia Giulia. Sono a saldo negativo moderato (da -25,1 a -100 milioni) Umbria, Marche, Sardegna, Liguria, Basilicata e a saldo negativo rilevante (oltre -100 milioni) Abruzzo, Puglia, Lazio, Sicilia, Campania, Calabria. Figurano invece come regioni a saldo positivo rilevante (oltre 100 milioni) Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, a saldo positivo moderato il Molise (da 25,1 a 100 milioni) e a saldo positivo minimo (da 0,1 a 25 milioni) Piemonte, Toscana, Provincia di Trento e Provincia di Bolzano.

«Nel dettaglio, l’aumento del valore del nostro saldo 2021 non dipende dalla mobilità attiva, che è stabile, e quindi non è dovuto a una minore attrattività per le cure che è rimasta agli stessi valori pre Covid. - chiarisce il direttore Massimo Uberti - Dipende invece dall’incremento della mobilità passiva (i valdostani che vanno a curarsi fuori dalla regione), un effetto in parte dovuto alla pandemia ma, soprattutto, come sottolineato dal report Gimbe, tipico in quasi tutte le regioni di piccole dimensioni. Rispetto alla mobilità passiva bisogna anche considerare che il valore in euro complessivo dipende non solo da quante persone vanno a farsi curare fuori Valle ma dalle tariffe: qui abbiamo un unico ospedale e molte prestazioni non vengono e non possono venire erogate, come la cardiochirurgia e altri interventi maggiori, magari numericamente pochi, ma con tariffe molto elevate».

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