Ora di religione, la sceglie il 72 per cento «E’ facoltativa, è un dato confortante»

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Tempo di iscrizioni, tempo di decisioni. Gli studenti, e le famiglie, ragionano non solo sul prossimo anno scolastico ma anche sull’unica materia che si può scegliere se seguire o no. L’ora di religione è vista da alcuni come un approfondimento, da altri come un momento in cui, se non si frequenta la lezione, ci si può riposare fuori dalla classe o fuori dalla scuola.

“Si è conclusa pochi giorni fa la raccolta dati degli alunni che si avvalgono e non dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola italiana. - spiega Omero Brunetti, responsabile dell’Ufficio scuola diocesano - In base ai dati raccolti, grazie alla collaborazione degli insegnanti di religione e delle segreterie delle scuole della nostra regione, il nostro osservatorio conferma una certa stabilità intorno al 72 per cento degli avvalentesi dell’ora di religione, contro un 28 per cento che non si avvale. Dato confortante, se si pensa alla facoltatività introdotta circa 40 anni fa dal nuovo concordato. Oggi possiamo affermare che un buon numero di famiglie e di studenti apprezzano questo servizio reso dalla scuola italiana”.

Gli insegnanti in servizio, nominati dall’Ufficio scuola, sono 7 nella scuola dell’infanzia, 30 nella scuola primaria, 12 nella scuola secondaria di primo grado e 15 nella scuola secondaria di secondo grado.

“Alcuni di loro sono di ruolo - continua il referente della Diocesi di Aosta Omero Brunetti - altri aspettano l’imminente bando di concorso per stabilizzare la loro posizione contrattuale. Tutti hanno un titolo qualificante per poter insegnare nella scuola: una parte parte ha diplomi riconosciuti idonei dalla revisione del concordato dell’84, altri hanno titolo di laurea come previsto dalla revisione del concordato del 2012. Tutti, in ogni caso, hanno partecipano ad un corso di formazione o aggiornamento per il loro grado di scuola”.

Per quanto alcune classi si svuotino durante l’insegnamento della religione, soprattutto fra i ragazzi più grandi, in altre restano presenti quasi tutti gli studenti. “Non si può parlare di esonero dall’ora di religione. - precisa Omero Brunetti - Questo avveniva col vecchio concordato del 1929, in un periodo storico dove era obbligatorio partecipare all’ora di religione. Molti si ricorderanno che il parroco o un suo rappresentante veniva a scuola a fare catechismo e si chiedeva l’esonero perché si apparteneva ad altra confessione religiosa. Il Concordato del 1984 riconosce all’insegnamento della religione cattolica un valore di disciplina scolastica perché organizzata secondo le finalità della scuola, una scuola laica che offre un insegnamento che contribuisce alla formazione e alla crescita umana della persona e svolgendo programmi ministeriali, alla comprensione della storia, della cultura, della letteratura e dell’arte in Italia. Tutta la nostra cultura e l’espressione dell’arte sono impregnate di cristianesimo”.

Restare o uscire

Quando gli studenti si iscrivono al primo anno di ogni ciclo scolastico, scelgono se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione. Se dicono di no possono scegliere tra il seguire attività didattiche e formative; proseguire l’attività di studio o ricerca individuale con o senza l’assistenza un docente (solo per la scuola superiore); oppure uscire da scuola.

“E’ molto difficile fare un ragionamento sulle motivazioni che inducono le famiglie e i loro figli a non scegliere l’ora di religione e optare per l’uscita o l’entrata posticipata o la pausa durante l’orario scolastico. - aggiunge Omero Brunetti - Dal nostro osservatorio possiamo affermare che non ci sono dei pregiudizi nei confronti di questa disciplina, siamo più indotti a pensare ad una pura e semplice convenienza: ho un’ora libera, posso riposare, un impegno scolastico in meno, un’ora che non incide sulla mia valutazione scolastica e quindi “ inutile”. Ma è proprio questa libertà del non giudizio scolastico inteso come valutazione che rende peculiare l’ora di religione”. “Certamente nell’ora di religione trova spazio il dialogo, il confronto - conclude - ma ogni disciplina scolastica è fatta di obiettivi specifici di apprendimento da raggiungere. L’ora di religione è offerta a tutti coloro che desiderano conoscere il fatto religioso e accostarsi ad esso con curiosità, voglia di apprendere e spirito critico. La scuola è e rimarrà laica proprio perché offre, per mezzo dei docenti a tutti i suoi alunni senza discriminazione, opportunità di crescita umana, culturale, artistica e professionale anche con la presenza di discipline non strettamente scolastiche purchè rientrino nel quadro delle finalità della scuola. E’ questo il caso dell’insegnamento della religione cattolica”.

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