Raffica di avvisi di garanzia per l’incendio a Aymavilles

Raffica di avvisi di garanzia per l’incendio a Aymavilles
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Un’inchiesta divisa su più filoni per accertare eventuali responsabilità nel devastante incendio che il 19 luglio scorso - era un mercoledì - divampò nei boschi sopra Aymavilles. Le indagini, coordinate dal pm Giovanni Roteglia, sono condotte dal Reparto operativo dei carabinieri del Gruppo Aosta, dall'aliquota del Corpo forestale valdostano della Sezione di Polizia giudiziaria e dal Nucleo investigativo antincendio boschivo. I primi avvisi di garanzia sono stati notificati nelle scorse settimane. Sono sotto accusa 10 persone. Tra loro anche il capo della Protezione civile regionale Valerio Segor - all'epoca entrato in carica da 14 giorni -, il presidente e amministratore delegato di Deval Giorgio Pession e Alessandro Penco, amministratore delegato della Sky aviation, società di trasporto aereo intervenuta per spegnere le fiamme. Valerio Segor è indagato per incendio, incendio boschivo e inquinamento ambientale insieme ad Alessandro Penco e ad altre 2 persone. Gli inquirenti ipotizzano che i 4 abbiano provocato l'aggravarsi del rogo che aveva coinvolto 200 ettari, di cui la metà di bosco. Inoltre nel villaggio di La Camagne su 5 immobili sono praticamente andati distrutti 2 edifici e un terzo è stato danneggiato. In particolare, per l'amministratore delegato di Sky aviation Alessandro Penco l'ipotesi della Procura è che abbia ritardato di quasi 2 ore l'intervento di un proprio elicottero che avrebbe dovuto effettuare lanci d'acqua, riferendo di inconvenienti tecnici. Gli indagati sono stati informati dell'indagine a loro carico nei primi giorni dello scorso dicembre, quando la Procura ha notificato loro un decreto di perquisizione personale, dei locali e informatica, con contestuale sequestro, che ha riguardato anche gli uffici della Protezione civile a Saint-Christophe e la sede di Sky aviation a Courmayeur.

L’ipotesi di una scarica dalla linea elettrica

Secondo gli inquirenti il rogo, uno dei più estesi negli ultimi 30 anni in Valle d’Aosta, non è partito da un mozzicone di sigaretta, come invece riportava una prima segnalazione, ma da un malfunzionamento della linea elettrica della compagnia Deval. «Da parte di Deval è stata data la più ampia collaborazione all'indagine. Ritengo che la società sia estranea a qualsiasi responsabilità. - dichiara il presidente e amministratore delegato di Deval Giorgio Pession indagato per incendio colposo - Aspettiamo gli sviluppi degli accertamenti tecnici che sono in corso». Gli inquirenti ritengono che ad innescare le fiamme sia stata una scarica elettrica sulla linea a media tensione lungo la strada regionale numero 47 per Cogne. Il bagliore sarebbe stato immortalato dalle videocamere del Municipio di Saint-Pierre a oltre 2 chilometri di distanza.

Si indaga sull’effettiva durata dei voli dell’elicottero

Una delle altre ipotesi di reato formulate a carico di 6 indagati - che fanno tutti riferimento a Sky aviation - riguarda la frode nelle pubbliche forniture, perché secondo la Procura di Aosta l'elicottero impiegato a partire dal 20 agosto scorso non era adibito alle specifiche richieste del capitolato per l'antincendio. Ipotizzata poi, dal 19 luglio, data del rogo di Aymavilles, la falsità in registri e notificazioni, riguardo alle registrazioni sul quaderno tecnico di bordo dell'elicottero di valori alterati della durata dei voli. Ma anche la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, per aver indotto in errore - secondo gli inquirenti - il personale amministrativo della Protezione civile e dell'Assessorato dell'Agricoltura riguardo ai minuti di volo eseguiti. E' stato un sovrintendente dell'Ufficio antincendi boschivi del Corpo forestale a non far portare a termine - secondo le indagini della Procura di Aosta - la presunta truffa della società elicotteristica Sky aviation ai danni della Regione per i voli e i getti d'acqua sul vasto incendio di Aymavilles del luglio scorso. Il sottufficiale infatti, nello scorso mese di settembre, aveva dato parere negativo alla richiesta di liquidazione della società che, secondo gli inquirenti, dichiarava un numero di minuti di volo maggiore rispetto a quello realmente svolto. Per Alessandro Penco, amministratore delegato di Sky aviation, ed altre 5 persone viene ipotizzato il reato di tentata truffa. 2 sono i casi di presunte truffe che sarebbero state portate a termine. Una ai danni del dipartimento di Protezione civile regionale e dell'Assessorato regionale all'Agricoltura, a partire dall'agosto scorso: minuti di volo mai svolti che secondo gli inquirenti hanno portato a liquidare a Sky aviation almeno alcune decine di migliaia di euro non dovute. L'altra ai danni della società Valle d'Aosta trailers, organizzatrice anche del Tor des géants, che avrebbe pagato un ammontare non dovuto alla Sky aviation per minuti di volo non eseguiti dal 9 settembre scorso. Sono indagati poi per un altro incendio boschivo solo Alessandro Penco e un uomo di Sarre, che avrebbe innescato il rogo su un’area di 6.000 metri quadrati il 3 luglio scorso, dopo aver creduto spenti dei residui vegetali a cui aveva dato fuoco. Nei confronti della società Sky aviation, inoltre, sono ipotizzati illeciti amministrativi. Alessandro Penco ha respinto fermamente tutte le accuse. Come pure il capo della Protezione civile Valerio Segor il cui avvocato Andrea Balducci dichiara «Confido che al termine dell'indagine verrà riconosciuta l'estraneità del mio assistito». L'inchiesta non è chiusa, anzi, si prospettano diversi scenari: non si esclude che nel prosieguo la Procura possa derubricare le differenti ipotesi, aggravarne altre, chiedere il rinvio a giudizio solo per alcuni indagati o l'archiviazione per altri. Certo è che il consulente della Procura non trarrà le sue conclusioni prima di 2 mesi, tempi standard per depositare una perizia dal momento dell'incarico. Ma è già avvenuto che, per casi complessi, fossero richieste proroghe.

Chi ha perso la casa attende i risarcimenti

A perdere le loro case nel villaggio di La Camagne sono stati Valentino Savioz e Alex Parléaz. Entrambi sono ancora in attesa dei risarcimenti e adesso attendono gli sviluppi dell’inchiesta. «Abbiamo subito avuto l’impressione che qualcosa non abbia funzionato nel coordinamento degli interventi per spegnere l’incendio. - commenta Lorena Berlier, moglie di Valentino Savioz - Non abbiamo ancora avuto nulla per i danni subiti, che nel nostro caso stimiamo siano come minimo di 200mila euro. Da cosa è stato causato l’incendio? Non lo so, inizialmente circolava voce che fosse divampato da un mozzicone di sigaretta. Adesso ho sentito che si parla di una scarica partita dalla linea elettrica. Io so solo che ho assistito alla scena della mia casa che veniva divorata dal fuoco, ancora adesso ho gli incubi e faccio fatica ad addormentarmi la notte».

L’incendio divampato lo scorso mese di luglio a Ayamvilles e, a destra, il capo della Protezione civile regionale Valerio Segor (in alto) e il presidente di Deval Giorgio Pession che sono tra le persone coinvolte nell’inchiesta: entrambi respingono le contestazioni mosse dalla Procura

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