Bruno Contardo, ha gestito per 27 anni il Caffè Duc

Bruno Contardo, ha gestito per 27 anni il Caffè Duc
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Era gremita di persone nella mattinata di mercoledì scorso, 10 gennaio, la chiesa parrocchiale di Châtillon per l’ultimo saluto a Bruno Contardo, molto noto in paese per aver gestito a lungo il Caffè Duc, nell’omonima piazza.

Era nato il 2 dicembre del 1935 a Tolmezzo, in Friuli Venezia Giulia. Uomo di grande apertura mentale e molto intraprendente, a 21 anni lasciò Tolmezzo per trasferirsi a Milano dove frequentò una formazione professionale che gli permise di lavorare sia sul territorio nazionale che all’estero, in particolare in Germania, come saldatore nell’ambito della costruzione di oleodotti. Arrivato in Valle d’Aosta nel 1963 con la ditta Snam, conobbe Rosanna Janton di Montjovet - che divenne sua moglie il 18 gennaio del 1964 - e insieme proprio nel 1964 presero in gestione l’albergo I Castagneti di Covalou, ad Antey-Saint-André.

Nel 1967 si spostarono al Caffè Duc di Châtillon, che Bruno Contardo ha gestito per 27 anni. Il Caffè Duc divenne un punto di riferimento per il paese anche grazie alle specialità dei vini friulani, sua terra di origine a cui è rimasto legatissimo per tutta la vita.

Il suo carattere gioviale e sempre disponibile verso gli altri lo ha portato a partecipare attivamente alla vita del paese e a far parte del Gruppo Alpini come membro del direttivo e dei Volontari del Soccorso di Châtillon- Saint-Vincent, in particolare nell’attività di trasporto dei dializzati.

Amante del canto, è stato componente della cantoria parrocchiale e, per un breve periodo, del Coro di Saint-Vincent. Non ha mai perso i contatti con il suo paese di origine, Tolmezzo, dove si recava regolarmente.

Amante dello sport - dello sci in particolare - e della montagna, orgoglioso della sua famiglia, ha affrontato la sua cardiopatia con coraggio e spirito alpino, circondato dai suoi affetti, sempre rassicurando i suoi cari con l’espressione tipica friulana «Dut a puest», tutto bene.

E’ mancato lunedì scorso, 8 gennaio, a casa sua. Lascia la moglie Rosanna - con la quale avrebbe compiuto 60 anni di matrimonio proprio giovedì prossimo - e i figli Flavio e Paolo con le rispettive famiglie. «Mandi Bruno, si viodìn par un tai» è stato il saluto letto in chiesa nel suo amato dialetto friulano: ciao Bruno, ci vediamo per un bicchiere.

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