The Stone, la Procura chiede il processo per corruzione

The Stone, la Procura chiede il processo per corruzione
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La Procura di Aosta ha chiesto al Giudice delle indagini preliminari il rinvio a giudizio delle 3 persone indagate in un caso di presunta corruzione riguardante il rilascio dei titoli per la realizzazione di “The Stone”, condominio alto 30 metri che era previsto a Cervinia, nell'area dell'ex Hotel Fosson. Si tratta di Ezio Colliard, come amministratore unico della Vico srl di Hône, di suo figlio Tiziano Colliard e dell'architetto Valerio Cappelletti, in qualità di membro esperto della Commissione edilizia del Comune di Valtournenche. L'accusa è di corruzione per l'esercizio della funzione. Secondo la Procura i Colliard avevano promesso a Cappelletti 330mila euro, somma anticipata dalla consegna di un assegno circolare da 10.276 euro, con l'obiettivo di ottenere, all'interno della Commissione edilizia, il suo parere favorevole e il suo sostegno alla realizzazione del complesso immobiliare. Inoltre i Colliard, sempre secondo l'accusa, si erano impegnati ad accelerare l'acquisto dei terreni di Cappelletti nell'area camper di Cervinia con un “sovrapprezzo”, a favore dello stesso professionista, corrispondente ai 300mila euro promessi. Ezio Colliard e Valerio Cappelletti erano stati arrestati venerdì 19 maggio 2023 nel centro di Aosta dal Nucleo di Polizia economica-finanziaria della Guardia di Finanza dopo che si erano scambiati l’assegno circolare di 10mila euro.

L'operazione “The Stone”, sostiene invece la difesa, non c’entra assolutamente nulla con questa vicenda, in quanto la dazione di 300mila euro è lecita ed era un compenso professionale, ma non riferito a “The Stone”. Secondo il giudice Giuseppe Colazingari, che aveva motivato la decisione convalidare l’arresto ma di non confermare i domiciliari, «Il quadro indiziario, seppur consistente, non risulta connotato da gravità tale da giustificare l'adozione della misura cautelare». Nell’ordinanza il magistrato spiegava che «L'arresto deve essere convalidato in quanto la situazione prospettatasi, valutata unitamente al bagaglio conoscitivo della stessa rappresentato dagli esiti dell'imponente attività captativa precedentemente posta in essere, ben potevano far ritenere integrata la fattispecie criminosa ipotizzata che senz'altro giustificava l'arresto». Tuttavia, il Gip scriveva che «Dalle conversazioni intercettate (tra gli indagati, ndr) emergono solo sporadici riferimenti all'approvazione del progetto “The Stone” e, nell'ambito di tali conversazioni, la figura del Cappelletti assume un ruolo decisamente marginale, specie se valutato in relazione alla funzione meramente consultiva della Commissione edilizia. Viene legittimamente da chiedersi quale sia la causale del pagamento che il Colliard avrebbe dovuto effettuare». Nella sentenza dei giudici torinesi del Tribunale del Riesame, a cui aveva presentato ricorso la Procura di Aosta, invece, «Le indagini ed il successivo contraddittorio tra le parti hanno consentito di accertare che durante intercettazioni», svolte nell’inchiesta coordinata dal pm Luca Ceccanti, «Emergeva un rapporto di particolare cordialità ed intreccio di interessi tra Colliard e Cappelletti, tale da ingenerare il fondato timore che, dati i rispettivi ruoli e la evocazione delle somme di denaro ricordate, potesse essere in corso una articolata fattispecie corruttiva».

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