Una folla per l’ultimo saluto a Ivan Piccolo Pioniere degli arbitri della Valle d’Aosta

Una folla per l’ultimo saluto a Ivan Piccolo Pioniere degli arbitri della Valle d’Aosta
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Tantissime persone hanno partecipato martedì scorso, 2 gennaio, nella chiesa parrocchiale di Châtillon, ai funerali di Ivan Piccolo, mancato all’età di 77 anni. Pioniere degli arbitri valdostani, punto di riferimento della Tecdis, presidente della sezione regionale del’Associazione Italiana Ostelli, nelle molteplici attività in cui si è cimentato si è sempre guadagnato la stima e il rispetto di tutti.

Era nato a Palermo il 25 agosto del 1946 da genitori veneti: papà Guglielmo e mamma Maria Casonato. Il papà era ferroviere e per lavoro girò l’Italia intera con la sua famiglia. Dopo 25 anni in Sicilia, nel 1958 si trasferirono in Valle d’Aosta. Gioacchino - che per tutti è sempre stato Ivan - ha lavorato a lungo come caporeparto alla Montefibre e all’inizio degli anni Ottanta ha poi iniziato l’avventura alla Tecdis, fino alla pensione. Nel 1989 fece parte del gruppo che andò a visitare la Seiko in Giappone per specializzarsi nella produzione di display e cristalli liquidi. Rientrato in Valle, si occupò della formazione del personale addetto alla linea di produzione. Nella fabbrica di Châtillon era un vero punto di riferimento: serio e instancabile, garbato e intelligente, pretendeva impegno da chi lavorava insieme a lui perché lui stesso non si tirava mai indietro. In fabbrica instaurò rapporti di stima con tante persone che ne ammiravano la correttezza, lo stile inappuntabile, il senso del dovere.

Sposatosi nel 1969 a Pescara con Claudia Maurizio - con cui aveva gestito un negozio di fotografia a Chameran - hanno avuto nel 1970 il figlio Federico.

Entrato nell’Associazione Italiana Arbitri nel 1971, quando il calcio a Châtillon era una realtà florida e vitale, non ne era più uscito. Il suo carattere forte e la capacità di dialogo lo fecero apprezzare da giocatori, tecnici e dirigenti. Appeso il fischietto al chiodo, era entrato nei quadri tecnici. Per 10 anni era stato osservatore nazionale di calcio a 5, poi aveva ricoperto per oltre 12 anni la carica di presidente dell’Associazione Italiana Arbitri valdostana. Lasciato il timone a Massimo Iachelini, era entrato a far parte del direttivo regionale Piemonte-Valle d’Aosta. Attualmente era organo tecnico e si occupava della formazione dei giovani arbitri. Durante i funerali, l’attuale presidente dell’Aia della Valle d’Aosta Ugo Navillod ne ha tracciato un commosso ricordo: «Tu ci sei sempre stato, nelle vesti di maestro, amico, consigliere ed esempio per tutti noi. Hai tracciato un solco grazie alla serietà e al rigore morale, sapevi essere severo quando era necessario ma anche buono e generoso. Eri dotato di grande competenza e non hai mai smesso di avere fiducia nel futuro. Hai dato preziosi consigli a intere generazioni di giovani arbitri. Ci mancherai molto».

Grande sportivo, correva e andava in bicicletta, amava il mare e la pesca e andare in cerca di funghi. Persona dai mille interessi, ha prestato la sua opera nell’associazione Les Amis du Coeur e nell’associazione micologica. Gli piaceva anche giocare a belote e fare l’orto, per distribuire poi la verdura a parenti e vicini di casa. In ogni cosa metteva tutto se stesso, senza risparmiarsi mai.

Alla fine del 2022 gli è stata diagnosticata la rara e gravissima malattia con cui ha combattuto con coraggio fino alla fine. Si è spento in ospedale quando era appena iniziato l’ultimo giorno dell’anno, martedì scorso, 31 dicembre.

Lascia la moglie Claudia, il figlio Federico - programmatore in Cva -, le sorelle Margherita e Teresa e il fratello Guglielmo, già sindaco di Châtillon ed ex consigliere regionale.

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