Cala il sipario sui Mercatini di Natale Gli espositori: «Edizione dispersiva»

Cala il sipario sui Mercatini di Natale Gli espositori: «Edizione dispersiva»
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Un allestimento non più come quest’anno nelle piazze Giovanni XXIII e Roncas - in piazza Caveri vi sono solo un paio di chalet istituzionali e spazi per le esibizioni musicali - ma in piazza Chanoux, il vero “salotto buono” di Aosta. E’ quanto auspicano molti espositori del Marché Vert Noël che si concluderà domani, domenica 7 gennaio.

«Il mercatino, così come è organizzato quest’anno è troppo dispersivo. - commenta Elisa Urbano di Amorland nella postazione di “Bière et cochons noirs de la Vallée d’Aoste” in piazza Roncas - Molti turisti non lo trovano, si aspettano che tutti gli chalet siano nella piazza centrale, cioè in piazza Chanoux». Un’opinione condivisa anche dagli espositori nello chalet dell’Association Régionale Eleveurs Valdôtains. «Bisogna andare in piazza Chanoux, ci staremmo tutti, anche l’albero di Natale e le altre iniziative che sono già lì. - commentano nello chalet dell’Arev Fabrizio Bisson, Henri Diemoz e Katia Veysendaz tra i vincitori dell’ultima edizione del Modon d’Or - Qui di fronte alla Cattedrale si sono verificate anche scene un po’ imbarazzanti. E’ capitato anche un funerale, era fuori luogo la musica natalizia diffusa nel mercatino».

Nell’attuale dislocazione si gioca anche sul buon vicinato: «Si nota chiaramente la differenza quando ci sono gli alpini, nello stand Ana. - riferisce Patrizia Acquadro, che gestisce lo chalet della Valigeria Sergio Fumi in piazza Roncas - Loro sono tutti volontari, per cui aprono prima o dopo secondo le disponibilità, ma è evidente che danno qualcosa in più alla piazza. Quest’anno mancano alcuni chalet di richiamo. Dai commenti dei turisti è chiaro che il cibo da asporto è molto apprezzato, attira la gente, che poi visita più volentieri anche gli altri stand». Tanti visitatori sono italiani, diversi francofoni, tra cui si riconoscono gli svizzeri, e poi altri turisti che parlano inglese. Gli allevatori dell’Arev si prestano volentieri a spiegare la differenza tra fontina di fondo valle e quella d’alpeggio, la particolarità della mocetta e del boudin, che incuriosiscono anche allo stand “Bière et cochon noir”. «Abbiamo portato alcuni prodotti nuovi - aggiunge Elisa Urbano - a base della nostra miscela segreta di erbe con cui insaporiamo il lardo ma anche i grissini e i liquori. Pure le nostre tegoline salate sono andate a ruba. C’è stato un simpatico scambio di ricette con un turista brasiliano, che confrontava la nostra fonduta saporita con la loro». Sono invece cambiate le richieste alla Valigeria Fumi: «Abbiamo portato quaderni e agende con copertine decorate in cuoio, segnalibri, svuotatasche. - racconta Patrizia Acquadro - Prima di Natale ci chiedevano soprattutto regali, agende o quaderni per disegnare. Ora arrivano i clienti fissi dei mercatini, che ci vengono a cercare, e quelli che hanno trovato i nostri prodotti nel negozio online e vengono a toccare con mano». La speranza comune a tutti, comunque, è quella che si possa al più presto riallestire il Mercatino di Natale nel Teatro romano, chiuso per lavori.

Elisa Urbano nello chalet di “Bière et cochons noirs de la Vallée d’Aoste”
Patrizia Acquadro nello stand della Valigeria Fumi in piazza Roncas

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