Polemica sull’ordine del giorno della Lega per la valorizzazione del francoprovenzale

Polemica sull’ordine del giorno della Lega per la valorizzazione del francoprovenzale
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In una nota, la Lega Vallée d’Aosta annuncia di aver accolto «Con grande soddisfazione l'approvazione dell'ordine del giorno a prima firma del deputato della Lega Alessandro Giglio Vigna, che introduce per la prima volta la lingua e la cultura francoprovenzale nel dibattito parlamentare». A tal proposito la senatrice Nicoletta Spelgatti dichiara: «Questo ordine del giorno testimonia, una volta in più, l'attenzione della Lega verso le specificità linguistiche e culturali della nostra regione, nonché il gioco di squadra che i parlamentari della Lega hanno da sempre messo in campo per sostenere i territori e le loro peculiarità». Secondo l’onorevole Giglio Vigna «Grazie all'approvazione dell'ordine del giorno della Lega, il Governo si impegna a intraprendere un percorso per istituire un fondo per la piena valorizzazione della lingua e della cultura francoprovenzale. La tutela della diversità linguistica e il mantenimento delle lingue minoritarie sono requisiti fondamentali per la tutela del patrimonio culturale italiano nella sua eterogeneità e nel legame con i territori. Con questo ordine del giorno vogliamo iniziare il cammino per dare completa attuazione, per quel che riguarda il francoprovenzale, al dettato dell'articolo 6 della Costituzione garantendo anche una tutela positiva, al fine di conservare e proiettare verso il futuro il nostro patrimonio linguistico e culturale».

Meno entusiastico - per usare un eufemismo - il commento dell’Associazione di studi e di ricerche francoprovenzali Effepi - associazione storica della minoranza francoprovenzale del Piemonte che ha sede a Molino di Ronco Canavese - contenuto in una nota firmata dalla presidente Ornella De Paoli e dai membri del Comitato per la tutela degli scopi statutari e dei diritti dell'associazione Ettore Caffo, Stefano Cerato, Pietro Monteu Cotto e Bruno Tessa. «In merito all’ordine del giorno della Lega per la valorizzazione di lingua e cultura francoprovenzale, - precisano i referenti dell’Associazione Effepi - non si comprende bene il contenuto del recente comunicato stampa della Lega sul francoprovenzale. La nostra lingua è già riconosciuta ai sensi della legge 482 del 1999, che già prevede appositi finanziamenti. Non è dunque la prima volta che in Parlamento si cita il patois delle nostre vallate, che fa già parte a pieno titolo delle lingue tutelate dall’articolo 6 della Costituzione e dunque non esiste alcuna primogenitura attraverso un semplice ordine del giorno. Semmai, sarebbe stato più logico, in fase di Finanziaria, incrementare i finanziamenti della legge citata in premessa e questo non risulta essere stato fatto. Segnaliamo che nel succitato comunicato non vengono comprese nell'area francoprovenzale la media Val di Susa e la Val Sangone. Inoltre, la bandiera che compare nella foto allegata al comunicato non è il vessillo di tutta l'area francoprovenzale, bensì trattasi della bandiera creata dalla nostra associazione nel 1997 per rappresentare i gruppi francoprovenzali del Piemonte in occasione dei raduni dei patoisants; il logo “rosone a sei petali rosso e bianco” è il marchio regolarmente registrato della nostra associazione. L'utilizzo dei nostri emblemi che si ha modo di riscontrare in alcuni ambiti trova essenzialmente la sua causa in una spregiudicata appropriazione, a cui hanno fatto seguito diffide, ha generato confusione ed in alcuni casi danni di immagine alla nostra associazione, conosciuta nelle valli francoprovenzali del Piemonte a partire dal 1980 per l'opera di valorizzazione della lingua e della cultura francoprovenzale. Constatato l'uso improprio di logo e bandiera nel comunicato in oggetto, rendiamo noto che la nostra è un'associazione esclusivamente culturale ed apartitica e non ha niente a che vedere con l'iniziativa della Lega».

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