«Fermate annunciate in maniera ridicola sulla Navetta Verde»

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Caro direttore,

Nei giorni scorsi ho avuto modo di sperimentare il nuovo sistema di bigliettazione del sistema di trasporto urbano e suburbano di Aosta. Con il Suo permesso vorrei sottoporre ai lettori del Suo giornale (ed eventualmente a qualche responsabile della gestione del servizio, qualora fosse interessato) qualche riflessione che ho tratto dall’esperienza.

Ho usufruito della Navetta Verde cosiddetta “gratuita” (cioè pagata anche dai contribuenti che non la utilizzano, dato che, come insegna Churchill, non esistono pasti gratis), scoprendo con gioia di poter continuare a viaggiare a ufo, e della linea 3, dove ho constatato che, usando la tessera ricaricabile, si vede chiaramente quanto costa la singola corsa (in precedenza, la macchinetta obliteratrice non dava il tempo di leggere la cifra, provocando una percezione negativa della trasparenza…). En passant ho preso atto con una certa sorpresa che, nel titolo, dal bilinguismo francese-italiano (“Vd’A Transports / Carta valore TPL Valle d’Aosta”) si è passati al bilinguismo inglese-italiano (“Smart card ricaricabile”). Ho preso altresì atto, con sollievo, di non essere obbligato a farmi schedare dal sistema informatico scaricando applicazioni con moduli on-line appositamente predisposti dall’UC.A.S. (Ufficio Complicazioni Affari Semplici): un sistema che va bene quando funziona, il che non sempre accade, come ho sperimentato personalmente un paio di mesi fa sulla linea di autobus Savigliano-Saluzzo... In pratica è stato sufficiente sostituire la vecchia tessera con la nuova, con in più la promessa di recuperare a breve i crediti pregressi, come garantito dal gentilissimo personale della stazione degli autobus di via Carrel. È auspicabile che le diverse modalità di pagamento (direttamente all’autista, con tessera ricaricabile e tramite telefono portatile) vengano mantenute, per la comodità dei cittadini e dei turisti. Molto comodo anche il sistema di visualizzazione su schermo delle fermate, collegato all’annuncio sonoro letto mediante l’algoritmo di turno. Si spera che sia soggetto a una manutenzione migliore che nel passato, quando la corrispondenza tra l’annuncio sonoro - peraltro non sempre attivato - e l’effettiva posizione della fermata era spesso una specie di terno al lotto.

C’è però un “però”: dopo che ci si è “embrouillé” (anzi, “embreuillé”, se è lecito buttarla sul ridere) sul toponimo Breuil-Cervinia, speravo che la pubblica amministrazione facesse un minimo di attenzione alla toponomastica. Orbene: prendendo la Navetta Verde da via Torino a Clos-Neuf ho sentito annunciare le fermate di PIAZZA PLUVÉ, di SAN BENÌN (un santo veneto di recente canonizzazione?), e di MONFLÈ-URI (accento tonico sulla È); al ritorno le fermate di VIA SCIAMBÉRI (accento tonico sulla É). Non ho sentito bene come è stata annunciata la fermata di avenue du Conseil des Commis, ma credo sia stato meglio così. Sulla linea 3, all’andata ho scoperto due fermate in via ESSE TI MARTÌN (veneto anca lù?), una in via SENT MÀRTIN (letta all’inglese con l’accento tonico sulla A) e una alle ESSE CI CIERLOGNE (pronunciata all’italiana con E finale tonico). Per il ritorno non posso dire nulla, perché ho preferito chiedere un passaggio in auto.

Il sospetto è che, anziché alle sofisticate tecnologie dell’I.A. (Intelligenza Artificiale), si sia fatto ricorso di preferenza a un vecchia conoscenza della burocrazia applicata ai pubblici servizi: l’I.N. (Imbecillità Naturale). Penso sia il caso che chi deve intervenire lo faccia. In fretta, per favore.

Cordialmente.

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