La comunità del Seminario diocesano e i giornalisti dell’Unione cattolica stampa italiana hanno festeggiato Saint François de Sales
Mercoledì scorso, 24 gennaio, per il ventesimo anno consecutivo, la comunità del Seminario diocesano e i giornalisti dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) hanno festeggiato insieme Saint François de Sales, vescovo di Ginevra e dottore della Chiesa. Il celebre santo è infatti patrono sia del Seminario Maggiore di Aosta - fondato nel diciottesimo secolo dal suo pronipote, il Vescovo Pierre-François de Sales - sia dei giornalisti e degli scrittori.
Proprio nella cappella del Seminario, monsignor Franco Lovignana ha presieduto la celebrazione della Messa, attorniato da numerosi sacerdoti, tra cui il rettore del Seminario don Renato Roux, il padre spirituale don Carmelo Pellicone e il prefetto degli studi don Paolo Papone. L’Eucarestia è stata animata dai canti proposti dalla schola cantorum della Cattedrale. Oltre ai seminaristi e ai giornalisti, erano presenti molte religiose appartenenti a varie congregazioni e gli amici della comunità del Seminario e dell’Ucsi.
Nel corso dell’omelia, il Vescovo ha evocato l’immagine evangelica della vite e dei tralci, che simboleggia il legame tra Gesù e i suoi discepoli: «Come si rimane uniti a Gesù? E quali frutti il Padre si attende? La vita cristiana consiste nell’ubbidienza alla frase “Rimanete nel mio amore”. Siamo tutti chiamati ad accogliere e a prolungare la comunione eterna che unisce il Padre e il Figlio, a replicare sulla Terra il dialogo tra le persone divine. Come afferma Saint François de Sales nell’Introduzione alla vita devota: “Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna secondo la propria specie. Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione».
Monsignor Lovignana si è quindi rivolto ai sacerdoti, ai seminaristi e a quanti sono impegnati nel mondo della comunicazione: «Il frutto desiderato da Dio è l’amore fraterno: ognuno di noi lo mette in pratica quando rinuncia a se stesso per promuovere la vita di chi gli sta accanto. Non dobbiamo perdere il senso delle altezze vertiginose di questo dono che abbiamo ricevuto, non dobbiamo addomesticare la Parola del Vangelo riducendola alle logiche del mondo. Gesù ci vuole partecipi dell’amore divino, che nella storia diventa amore fraterno, universalmente propositivo. Obbedienza e amore nella logica di Dio fanno fiorire la gioia nella nostra vita, qualunque sia la nostra vocazione».