«Noi siamo convinti che il raddoppio del Traforo del Monte Bianco sia una soluzione ad alcune delle criticità riscontrate in questi anni»

«Noi siamo convinti che il raddoppio del Traforo del Monte Bianco sia una soluzione ad alcune delle criticità riscontrate in questi anni»
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«Il filone europeista in Valle d’Aosta è ben radicato sin dai primi decenni del Novecento e bastano certi passaggi, come la Dichiarazione di Chivasso o i legami nel secondo dopoguerra degli esponenti autonomisti in Europa, per aver conferma di come crediamo fortemente nell’integrazione europea». Parole di Luciano Caveri, assessore regionale agli Affari europei, a commento del primo Sommet Grand Continent Vallée d’Aoste ospitato nella nostra regione - tra Saint-Vincent e Courmayeur - nei giorni scorsi, da lunedì 18 a mercoledì 20 dicembre.

«Certo non è ancora la “nostra” Europa, ma avere da noi il Sommet Grand Continent ha significato far conoscere la nostra Valle d’Aosta, interloquire con importanti personalità, discutere di argomenti che ci interessano.

Per me, sulla base delle esperienze a Bruxelles e Strasburgo, è stata occasione per confermare vecchie amicizie e farne di nuove, facendo capire che la piccolezza della nostra taglia di Regione di montagna non vuol dire affatto essere estranei a confronti su argomenti di prospettiva.

Due soli esempi: la Macroregione alpina è una realtà essenziale in cui siamo protagonisti; il Trattato del Quirinale è un esempio mirabile di nuovi rapporti con la Francia da valorizzare in positivo».

Dal canto suo il presidente della Regione Renzo Testolin interviene sulla questione del Tunnel Monte Bianco, oggetto di importanti lavori di ristrutturazione. Le posizioni sono emerse durante la tavola rotonda «Il futuro delle Alpi» organizzata dalla Regione Valle d’Aosta, nell’ambito del Grand Continent Summit.

Durante il seminario è emersa da una parte la preoccupazione per il perdurare dei lavori e le chiusure periodiche del Tunnel 18 anni - con l’idea di rimettere sul tavolo il tema del raddoppio del Tunnel -, dall’altra invece è stata riportata la volontà della comunità di Chamonix, contraria al raddoppio. In particolare Hervé Gaymard, presidente del Dipartimento della Savoia, ha dato voce agli abitanti di Chamonix che si oppongono alla seconda galleria e che spingono piuttosto per la candidatura del Monte Bianco come sito Unesco. Ciò che potrebbe portare ad «impedire il passaggio dei tir sotto il tunnel, una soluzione che trovo coerente con i lavori ferroviari che si stanno facendo sulla Torino-Lione».

«Il presidente Gaymard nel suo intervento ha tratteggiato un quadro completo di tutti gli scenari possibili che si prospettano in tema di trasporti transalpini. Quello citato rientra tra quelli da lui ipotizzati. - puntualizza Renzo Testolin - Infatti, l’amico Presidente della Savoia, ha chiarito che sui trasporti transalpini va fatto un ragionamento complessivo a livello sovranazionale. Il tema non è tecnico, ma politico e, finalmente, anche in occasione dell'incontro Italia-Francia organizzato in seno al Trattato del Quirinale cosi come del Sommet di questi giorni, i territori al di qua e al di là delle Alpi hanno finalmente iniziato a confrontarsi su questi dossier senza preclusioni e senza rigidità ideologiche avendo a cuore il futuro e lo sviluppo delle rispettive comunità».

E l'Europa può sostenere le ragioni della Valle d'Aosta per il raddoppio del traforo? «L’Europa deve prendersi carico di indirizzare verso una visione di insieme le scelte sui valichi internazionali e sui trafori, anche in termini di investimenti, partendo della problematica della sicurezza, della sostenibilità e della stabilità e fruibilità delle vie di comunicazione nelle Alpi, nella logica suggerita dallo stesso Hervé Gaymard. Su questo le Regioni alpine devono procedere unite e parlare con una voce sola. Noi continuiamo ad essere convinti che il raddoppio del Traforo del Monte Bianco sia una soluzione ad alcune delle criticità riscontrate in questi anni, in primo luogo in merito alla sicurezza e alla fluidità del traffico che porterebbero indubbi vantaggi anche in ambito ambientale. Siamo da parte nostra ovviamente disponibili al confronto e alla ricerca di soluzione innovative sia con i vicini francesi sia con le autorità europee».

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