Ha chiuso i battenti la storica Pasticceria Dodaro in via Festaz

Ha chiuso i battenti la storica Pasticceria Dodaro in via Festaz
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Un altro storico negozio del centro di Aosta ha chiuso definitivamente. È la Pasticceria Dodaro in via Festaz, autentico paradiso per il palato di intere generazioni di golosi, chiusa da domenica 26 novembre. Un fulmine a ciel sereno per i tanti affezionati clienti. Il motivo di questa decisione? «Stanchezza, fisica e mentale, - risponde il titolare Giuseppe Dodaro, classe 1955 - perché 13 ore di lavoro al giorno sono troppe». Un ciclo che si chiude dopo 50 anni di onorata professione. Giuseppe Dodaro iniziò a lavorare a soli 13 anni - «Perché non mi piaceva studiare» - nella Pasticceria Benedetto di corso Battaglione Aosta - dove adesso c'è la rivendita di tabacchi e giornali, dopo l’Oviesse - ed è lì che apprende i primi segreti del mestiere. La voglia di scoprire tutto, e in fretta, dell'arte pasticcera, lo porta poi per 6 anni alla Panetteria Pasticceria Bonanomi in corso Saint-Martin-de-Corléans. Tra un bigné alla crema chantilly e una torta millefoglie trova anche il tempo per sposarsi nel 1977 con Eugenia De Lucia - la quale in seguito lo affiancherà nella conduzione del negozio -, che gli ha regalato l’immensa gioia di 2 figlie: Stefania nata nel 1978 e Katia, venuta alla luce nel 1983. Con l'esperienza ormai acquisita, Giuseppe Dodaro si decide a compiere il grande passo e nel 1994 si mette in proprio, rilevando la Pasticceria Cremonese in viale Conte Crotti all'angolo con via Brean, nei locali ora occupati dal Carrefour Express. Il successo per Giuseppe Dodaro arriva subito grazie a una numerosa e fedele clientela che non lo abbandona anche quando nel 2000 si trasferisce in via Festaz. «Ricordo che alcuni tentarono di mettermi in guardia dicendomi che stavo andando in una via commercialmente morta, - commenta Giuseppe Dodaro - ma io non detti loro ascolto perché mi piacciono le sfide». Vinse la scommessa, perché i clienti lo seguirono e, anzi, ne acquisì di nuovi grazie alla notorietà raggiunta in Valle d'Aosta ma anche fuori dalla nostra regione. Ora però siamo all'epilogo, al giro finale, a quella sveglia che sicuramente non suonerà più alle 4 del mattino, a una vita che riparte con un altro ritmo. Ma perché chiudere e non cedere l'attività? Di proposte di acquisto ne sono arrivate però, spiega Giuseppe Dodaro, «Non hanno avuto seguito perché penso che la gente abbia paura ad impegnarsi economicamente in momenti come questi». Neppure l’ipotesi di cedere il timone alle figlie ha potuto concretizzarsi, perché, riferisce Giuseppe Dodaro, «Katia serviva al banco, quindi avrebbe avuto bisogno di un pasticcere in laboratorio». Giuseppe Dodaro conclude: «E' la passione che ti fa andare avanti in un lavoro come questo che impone tanti I sacrifici. Per esempio, durante le festività si deve lavorare il doppio, così la tua vita e la famiglia passano in secondo piano. Ora, vista l'età, voglio recuperare il tempo perduto. Da qualche tempo accarezzavo l’idea di ritirarmi. Ho rotto ogni indugio quando la pista ciclabile ha tolto i parcheggi davanti al negozio e perciò la possibilità di progredire nel lavoro».

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