Archeologia da classifica
Mentre ancora non sono iniziati i lavori per il nuovo già vecchio Ospedale regionale, c’è entusiasmo in Valle d’Aosta per la classifica del quotidiano Il Sole 24 Ore sulle città più vivibili d’Italia. In realtà i dati, come tutti i dati, vanno interpretati ed i numeri, come tutti i numeri, possono acquistare un peso specifico diverso. Sembra infatti che il balzo di Aosta dal sesto posto dell’anno scorso al quarto posto per la qualità della vita sia un gran successo. Anche se dobbiamo ricordare, per amore di concretezza, che numeri come ricchezza e consumi sono quelli che trainano la classifica, e che non tutti gli indici siano in salita, come quello sulla criminalità che fa precipitare Aosta sulla sicurezza (al 70esimo posto) o per indice di natalità o per concentrazione media di inquinanti (un 50esimo posto che per la verde Valle d’Aosta è molto grave). E l’entusiasmo galoppa lo stesso, così la fierezza gonfia il petto di chi sta per spendere 190 milioni di euro (!) per mettere una toppa ad un ospedale vetusto, congestionato, mal posizionato, non tecnologicamente avanzato come potrebbe. Quante volte avete pensato di riparare la vostra vecchia auto invece di cambiarla per una nuova e poi a conti fatti vi hanno fatto notare come l’evoluzione della tecnologia, la sicurezza e i materiali vi suggerivano come scelta più conveniente quella del nuovo?
Nel vecchio polo ospedaliero rappezzato a breve, non ci sarà la certezza dell’opportunità di atterraggio per gli elicotteri, come sottolinea l’Arpa, ricordando che i termini di legge in materia acustica vincoleranno fortemente l’elistop, in una regione che però fa del soccorso alpino il suo punto fermo.
Se quindi a breve verrà licenziato il progetto esecutivo, potrebbero partire le procedure di gara, che consentirebbero di iniziare i primi lavori per la fine dell’anno 2023. Un futuro fatto di condizionali e vincoli. I lavori dovrebbero durare tre anni, con buona pace di chi in centro città pensa di viverci e lavorarci, non di assistere ad un “big bang” ospedaliero, perchè in tutto questo bisognerà gestire viabilità, alberi, palazzi confinanti. Senza dimenticare che questo ampliamento non prevederà tecnologie all’avanguardia, immersione nel verde, parcheggi, fruibilità della zona antistante e soprattutto nuovi ampliamenti. Un progetto che non guarda al futuro prossimo e nemmeno a quello venturo. Un progetto in armonia, più che con la città, con l’area archeologica sul quale verrà realizzato.