Carcere di Brissogne senza acqua potabile, inchiesta della Procura

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La Procura di Aosta ha aperto un fascicolo contro ignoti sulla mancanza di acqua potabile nella casa circondariale di Brissogne. Il fascicolo è iscritto per condotte colpose che riguardano l'avvelenamento delle acque, quindi contro la salute pubblica.

E' stato il magistrato di sorveglianza di Novara ad inviare in procura una segnalazione relativa alla condizione igienico-sanitaria del carcere.

Il problema riguarda il sistema di potabilizzazione delle acque: da un paio di mesi ha dei malfunzionamenti e così vengono distribuite bottiglie di minerale (due litri a testa al giorno) ai circa 200 detenuti e alla polizia penitenziaria. Il fascicolo è affidato al pm Eugenia Menichetti, sotto l'egida del procuratore capo Paolo Fortuna.

Richiesta di chiarimenti del Garante dei diritti dei detenuti

Il Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Enrico Formento Dojot, ha inoltrato mercoledì scorso, 24 gennaio una richiesta formale di chiarimenti al Provveditore regionale per il Piemonte, la Liguria e la Valle d'Aosta in ordine alla salubrità dell'acqua nel carcere di Brissogne. «Da qualche tempo, viene fornita ai detenuti dell'acqua in bottiglia - riferisce il Garante valdostano - per una presunta insalubrità dell'acqua erogata dal pozzetto dell'Istituto, in ordine alla quale sarebbero in corso operazioni di depurazione». «Si tratta di una questione di assoluta rilevanza, sulla quale sono già intervenuto per le vie brevi, che coinvolge il diritto costituzionalmente garantito alla salute nonché la dignità dei ristretti - conclude Formento Dojot - perciò ho ritenuto di richiedere formalmente chiarimenti al Provveditore, rappresentando l'urgenza».

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