Tragedia di Capodanno sull’autostrada A5 Una perizia per appurare le responsabilità

Tragedia di Capodanno sull’autostrada A5 Una perizia per appurare le responsabilità
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Sono stati celebrati ieri, venerdì 5 gennaio, a Canegrate, in provincia di Milano, i funerali di Federica Banfi, la 19enne deceduta in un incidente stradale avvenuto la notte di Capodanno sull’autostrada A5. La Procura di Aosta ha affidato al geometra Luigi Bracci l'incarico di accertare le cause dell’accaduto. Il consulente avrà 40 giorni per accertare la dinamica e stabilire se lo scontro, avvenuto nel tratto autostradale di Châtillon, sia effettivamente stato causato dalla presenza di ghiaccio sull'asfalto. Il fascicolo è stato aperto per omicidio colposo e al momento gli inquirenti escludono responsabilità per i conducenti dei due veicoli, il pulmino su cui si trovava la vittima e il pullman che lo ha centrato. Se dovesse emergere che lo scontro è stato causato dalle condizioni del manto stradale, la Procura valuterà le eventuali responsabilità a carico dei vertici della Sav, la società che gestisce l'autostrada A5 tra Quincinetto e Aosta, e di possibili altri soggetti. L'indagine è affidata al pm Carlo Introvigne, sotto l'egida del procuratore capo Paolo Fortuna. La giovane era in vacanza a Brusson con il gruppo parrocchiale di Canegrate. I veicoli - il pullman a noleggio, 6 furgoncini e alcune auto private - erano diretti ad Aosta, per partecipare ai festeggiamenti per il Capodanno in piazza Chanoux. A bordo si trovavano poco più di 100 giovani. Erano giunti in Valle d’Aosta dopo Santo Stefano per una vacanza organizzata dagli oratori di Canegrate e San Giorgio su Legnano nella casa per ferie “La Ciamisura” a Brusson. L'incidente è avvenuto poco dopo le 23, nei pressi della galleria Garin, a Châtillon. Sul posto sono intervenuti per i rilievi la Polstrada e per i soccorsi il personale del 118 e dei Vigili del Fuoco. Dopo l’incidente - in pratica in seguito allo sbandamento del primo pulmino della colonna l’autista del secondo ha frenato andando in testacoda proprio mentre sulla corsia di sorpasso sopraggiungeva il pullman del gruppo che non ha potuto evitare l’impatto - le ambulanze hanno trasferito all’Ospedale “Umberto Parini” di Aosta altri 7 occupanti del van, in pratica tutti meno il conducente. In 4 sono stati ricoverati in prognosi, tra la rianimazione e la chirurgia d’urgenza, mentre 3 sono stati dimessi con politraumi giudicati guaribili in 7 giorni ognuno. Gli altri ragazzi della comitiva sono stati condotti all’Hôtel Comtes de Challand di Fénis, dove hanno trovato anche gli psicologi dell’emergenza, attivati dalla Protezione civile.

Il racconto di un testimone Un amico di Federica Banfi racconta che «Abbiamo cenato a Brusson e poi, chi sul pullman, chi sui minivan, siamo saliti sui mezzi ridendo e scherzando, prendendoci in giro come sempre e siamo partiti alla volta di Aosta dove avremmo dovuto brindare all’arrivo del nuovo anno. Ma ad Aosta non ci siamo arrivati. Durante il tragitto abbiamo incontrato alcuni incidenti. C’erano dei rallentamenti e si viaggiava incolonnati, la meta sembrava irraggiungibile... Poi ad un certo punto ho sentito l’impatto e subito dopo c’era chi urlava, chi voleva scendere dal pullman, chi si accalcava per curiosare. Era tutto un gran caos: non capivo ancora cosa stava succedendo, non immaginavo...». Il giovane aggiunge che «Ho cercato di guardare meglio, di vedere cosa era successo, ma istintivamente avevo una paura folle. Ho visto il pullmino dei nostri amici schiacciato». Ne sa qualcosa anche uno dei passeggeri su un altro dei minivan, il quale riferisce che «Ricordo che a causa di alcuni tamponamenti, il pullman era rimasto incolonnato un po’ indietro, così si era deciso di rallentare ulteriormente per fare in modo che potesse raggiungerci: mi sono girato a guardare se arrivava ed ho visto che ci stava quasi per venire addosso, poi l’ho visto passarci di lato e quando mi sono rigirato per cercare gli altri ho visto l’altro mezzo, quello su cui c’erano Federica e gli altri, sulla strada, girato e a quel punto il pullman ha travolto i miei amici».

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