«Le biblioteche non vogliono proporre il mio video su Chanoux»
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di Patrizio Vichi (foto), autore del video «Emile Chanoux, fu suicidio o omicidio?».
Il suggeritore o i suggeritori, più o meno misteriosi, hanno colpito ancora !!! E’ indubbio che questi o questo suggeritore, per mia esperienza ormai consolidata in numerosissimi casi, esercita la sua influenza anche su molte biblioteche valdostane, ovviamente non su tutte, non bisogna generalizzare. In questo specifico caso quelle biblioteche che potrebbero, o meglio, dal momento che sono finanziate con il denaro pubblico, dovrebbero essere il motore locale della cultura, risultano invece esserne fieramente il freno. Come si può spiegare altrimenti l’atteggiamento di quella biblioteca che, per iscritto, con una scusa che sarebbe risibile se non fosse penosa (siamo in gennaio e la biblioteca ha già esaurito tutti gli spazi della programmazione?!), mi comunica che non intende presentare alla sua comunità una nuova ricerca (senza neanche averne presa visione!) sulla morte di Emile Chanoux.
Il mio studio “Emile Chanoux, fu suicidio o omicidio?”, trasformato in un video e in una brochure, è stato valutato dal criminologo Paolo di Martino, che per la casa editrice Le Château scrisse “Lassù i rumori del mondo non arrivano”, unico lavoro scientifico dedicato appunto alla morte del notaio aostano, nei seguenti termini: “… spero potrà ugualmente gradire tutto il mio apprezzamento per il suo lavoro, lo scrupolo scientifico-ricostruttivo e l’attenzione ai dettagli. Ogni apporto critico, logico e motivato alla ricerca della “verità” può solo che fare bene alla storia e ad un leale contraddittorio, a prescindere dall’esito della ricerca … perché di fronte agli affanni umani e alle speculazioni storiche in ogni caso … lassù i rumori del mondo non arrivano …”.
Tra le dodici biblioteche che ho contattato, situate tutte lungo la valle principale, oltre a quella di cui ho già detto, un’altra mi ha fatto sapere che, dato l’argomento “delicato”, ci sono incertezze sull’offrire alla propria comunità la conoscenza contenuta nella ricerca, per cui ora non se ne fa nulla. Una terza biblioteca mi ha comunicato che la commissione valuterà. Altre sette biblioteche per ora hanno risposto con il silenzio. Solo la biblioteca di Sarre, fino ad oggi, ha avuto il coraggio, è proprio il caso di dirlo, di proporre il documentario. A quella biblioteca va il ringraziamento mio e di quei cittadini valdostani che aspirano ad una cultura non costretta da retrograde restrizioni.
Tornando alla mia ricerca, molti hanno detto, riferendosi al suo pensiero, che se Chanoux è stato ammazzato o si è ucciso, nulla cambia. E’ ovvio che sia così. Che cosa sarebbe poi dovuto cambiare? Tutte “le tirate per la giacca”, tutte le valutazioni su quello che il notaio ha fatto mentre era in vita e su ciò che ha lasciato scritto, appaiono in gran parte speculazioni politiche. Il mio lavoro, che aggiunge fatti nuovi finora non considerati, non ne fa un problema politico, ma umano. Chi non vorrebbe sapere la verità se fosse fratello di Chanoux? E poi la Storia, non quella platealmente piegata alle ideologie politiche, non dovrebbe sempre cercare la verità?