«Il crollo degli incassi a causa delle piste ciclabili mi costringe a chiudere»
La pista ciclabile fa la prima vittima nel commercio. A fine anno infatti chiuderà definitivamente il negozio di tabacchi e giornali di corso Lancieri d’Aosta. La causa sono i parcheggi tolti nelle vicinanze dell’esercizio commerciale a favore della ciclabile che hanno allontanato clienti abituali acquisiti nei 9 anni di apertura. Patrick Aloisi, il titolare, ha l'amaro in bocca ma questa scelta ormai è diventata improcrastinabile perché, afferma, «Meglio chiudere adesso che sono in pari che rimandare e far debiti». E riferisce di un crollo del 30 per cento degli affari con una clientela che si è assottigliata giorno dopo giorno fino a non far più quadrare i conti. «La gente è rimasta disorientata da questi cambiamenti perché per esempio in via Kaolack, qui dietro l'angolo, si poteva lasciare un attimo la macchina e velocemente venire in negozio. - sostiene Patrick Aloisi - Ora, con la pista ciclabile che ha ristretto la carreggiata questo è impossibile, tanto che infatti dai due sensi di marcia prima della pista, adesso la strada è a senso unico». Ma è così anche per quei posti auto spariti lungo corso Lancieri d’Aosta, una miriade di opportunità di lavoro sacrificate per quella pista che nonostante tutto è drammaticamente deserta, quasi un affronto per chi invece lavora per guadagnarsi da vivere. «Non sono contrario alla pista ciclabile, - assicura Patrick Aloisi - ma la si poteva e doveva costruire diversamente per non creare problemi alle attività». I ricordi vanno ai tempi i cui la porta del suo negozio si apriva continuamente. «Clienti stanziali ma anche di passaggio - evidenzia Patrick Aloisi - diretti o provenienti dalle varie attività della zona, la piscina in fondo alla via o ai campi sportivi, e questo valeva un 50 per cento del mio incasso totale della giornata e che ora, sparita questa fetta mi ha portato alla decisione di chiudere. Le percentuali di guadagno sui miei articoli sono basse, pertanto se c'è movimento riesco a vivere altrimenti vado in rosso e quindi prima che questo avvenga è meglio chiudere». E cedere l'attività? «Ho fatto dei tentativi ma le risposte sono state davvero deludenti. Non ci sono soldi e la gente ha paura ad indebitarsi con le banche» risponde Patrick Aloisi. Un tentativo per invertire la sorte però lo ha tentato recandosi dal sindaco Gianni Nuti: davanti a lui e all'assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto ha elencato i problemi sorti. Risultato? «Mi hanno salutato dicendomi che i parcheggi tolti non sono la causa» dice Patrich Aloisi. Non c'è scampo dunque e il 31 dicembre si sta avvicinando. «Lascio senza ripensamenti, perché è da marzo che ho preso questa decisione, si chiude un ciclo e dovrò iniziarne un altro - conclude Patrick Aloisi- ed è duro rimettersi in gioco a 49 anni. Chi se ne assumerà la responsabilità di tutto questo?».