Prodotti cosmetici dal siero della Fontina nella tesi di laurea di Marlène Vicquery
La Fontina ti fa bella, sarebbe il caso di dire, richiamando un vecchio film con 2 grandi attrici come Meryl Streep e Isabella Rossellini. La ricerca che unisce cosmetica e tradizione agricola valdostana è stata sviluppata da Marlène Vicquery, 24 anni, residente ad Aosta e originaria di Brusson, fresca di laurea e con un futuro in Farmacia. «Ho studiato al Liceo scientifico opzione Scienze applicate Regina Maria Adelaide di Aosta - racconta la giovane - e mi sono laureata all’università di Torino in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche. Devo ancora sostenere l’esame di stato per farmacisti, dopo di che lavorerò come farmacista alla Farmacia Dottor Nicola di Aosta. Dopo il tirocinio obbligatorio di 6 mesi in farmacia, ho capito che era questo che mi piaceva fare. Alla base della mia ricerca ci sono la passione per la cosmetica e la cura della persona e il desiderio di contribuire a valorizzare uno dei prodotti più rappresentativi della nostra regione, la Fontina Dop. Questo potrebbe avere un impatto positivo sull’economia della regione, oltre che sull’ambiente visto che, se non gestito correttamente, il siero diventa un rifiuto inquinante».
«La tesi, che ho discusso lunedì 23 ottobre, si è svolta in collaborazione con l'Institut Agricole Régional di Aosta - aggiunge Marlène Vicquery - che ha sviluppato una procedura per valorizzare il siero di Fontina Dop, ottenendo un interessante derivato tramite filtrazione e fermentazione. Studi cellulari precedenti avevano dimostrato che questo derivato è in grado di accelerare la guarigione delle ferite e il differenziamento cellulare». Da cibo a ingrediente per un unguento rigenerante, la Fontina svela quindi un potenziale che esce dalle cucine per andare a valorizzare anche l’ambito della cosmesi, in particolare la cura della pelle. «Viste le potenziali applicazioni del derivato del siero in prodotti per lo “skin care”, - continua Marlène Vicquery - l’obiettivo della tesi è stato sviluppare formulazioni per applicazione cutanea, arricchite da questo ingrediente funzionale». Il siero è stato sottoposto ad un processo di ultrafiltrazione e successiva fermentazione, seguendo la metodica sviluppata dall’Institut Agricole dove vi sono specifici settori di ricerca e sperimentazione. La fermentazione è avvenuta con un ceppo autoctono di Lactobacillus delbrueckii, oggetto di un brevetto di proprietà dello Iar stesso. La formula “della bellezza” ha le sue radici nella selezione di materie prime adatte alla cute sensibile e problematica. La scelta dell’emulsione era fra 2 ingredienti di origine vegetale: il primo ottenuto dall’olio di oliva, il secondo da proteine di grano. «Le creme sono state valutate dal punto di vista di caratteristiche come il pH, la consistenza e la spalmabilità - dice ancora la ricercatrice - e sono state sottoposte a test di invecchiamento accelerato per controllare le eventuali modifiche subite in seguito a conservazione, per un periodo di 11 settimane, a temperatura ambiente, in frigorifero o su una stufa. Infine, le creme sono state sottoposte a controllo microbiologico, con diversi test, tra cui l’applicazione quotidiana per 30 giorni». Le creme prodotte sono quindi risultate stabili e adatte all'uso quotidiano. In particolare, il siero scartato durante la produzione di formaggi come la Fontina è risultato adatto ad estrarre sostanze dal timo. «Questo lavoro prova come il siero possa essere recuperato per innovative applicazioni dermocosmetiche. - conclude Marlène Vicquéry - In particolare, si è confermato il potenziale impiego del siero di Fontina Dop come ingrediente funzionale in formulazioni “skin care” per il ripristino della barriera cutanea, il sollievo dalla secchezza e per il trattamento dell'acne o come agente anti-age. In futuro, si potrebbero eseguire test su volontari per verificare in vivo i benefici di questo derivato».