Jean Pellissier, l’ultima salita del campione Ai funerali a St-Vincent una folla commossa

Jean Pellissier, l’ultima salita del campione Ai funerali a St-Vincent una folla commossa
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Un’ultima corsa, verso la vetta più alta. Una folla immensa - che la chiesa parrocchiale di Saint-Vincent è stata in grado di accogliere solo in parte - ha portato martedì scorso, 31 ottobre, l’estremo saluto al campione di skyrunning e di scialpinismo Jean Pellissier, trovato senza vita nella sua casa di Saint-Vincent nella serata di venerdì 27 ottobre. Aveva solo 51 anni. Un’esistenza, quella di Jean Pellissier, vissuta sempre a tutta, prima della «fuga consapevole», come ha ricordato il suo gemello Paul, che - insieme alle sorelle Laura e Daniela - ha salutato Jean prima che il feretro entrasse in chiesa con parole che hanno commosso tutti: «Corri Jean, corri. Hai davanti la salita più dura. Finiscila il prima possibile, così, da lassù, potrai tornare a sorriderci e a guardare il sole da vicino senza rimanere accecato. Corri fratellino».

Jean Pellissier, con Bruno Brunod - di una generazione più anziano - e l’amico di una vita Dennis Brunod, è stato tra i pionieri dello skyrunning in Valle d’Aosta. Era tra gli organizzatori della Monte Zerbion Skyrace. Aveva fatto della sua passione un lavoro, aprendo a Martigny, in Svizzera, un negozio di articoli sportivi che gestiva insieme al vicino ristorante: da pochi giorni aveva inaugurato una grande struttura dove lavoravano tanti valdostani tra cui Xavier Chevrier e Gilles Roux.

Il suo curriculum era straordinario. Tra i suoi migliori piazzamenti nello skyrunning, i terzi posti ai campionati mondiali assoluti di Cervinia nel 1998 e, l'anno dopo, al circuito mondiale Skymarathon ad Aspen, negli Stati Uniti, oltre al record mondiale di scalata in velocità dell'Aconcagua, in Argentina, nel 2000, e diversi primi posti in gare di rilievo internazionale. La sua corsa “leggera”, quasi “da keniano”, era unica. Di primo piano anche i risultati ottenuti nello scialpinismo, a partire dalla vittoria, nel 2004, della Patrouille des glaciers, in Svizzera, e del Tour du Grand Paradis e, nel 2007, del Trofeo Mezzalama. «Il Mezzalama per me vale più di un Mondiale» disse quel giorno appena tagliato il traguardo.

Al di là delle straordinarie doti atletiche e del palmares da campione, Jean Pellissier era un uomo di un’umiltà e di una simpatia eccezionali, sapeva mettere tutti a proprio agio, un eterno ragazzo dal sorriso birichino. Con Dennis Brunod ha condiviso pure la passione per i rally correndo insieme 3 gare. L’amore per lo sport ha portato i “tre moschettieri” - Jean Pellissier, Dennis Brunod e Bruno Brunod, insieme a Carol e Jasmine Brunod - a realizzare un sogno coltivato da anni, quello di organizzare la Monte Zerbion Skyrace, competizione sulla montagna di casa, palcoscenico di tanti allenamenti. «Affrontiamo un mistero che va al di là delle parole. - ha detto durante l’omelia il parroco di Saint-Vincent don Lorenzo Sacchi - Per noi ci sono un punto di partenza e di arrivo tracciati da Dio. Il momento di solitudine resta tale ed è possibile rinnovare la speranza». Ai funerali era presente anche il campione ed ex commissario tecnico di ciclismo Davide Cassani, grande amico di Jean Pellissier: andarono insieme in vacanza alle Canarie.

Un minuto di raccoglimento in sua memoria ha caratterizzato sabato la finale del campionato di tsan a Verrayes e domenica la gara podistica 7 Torri ad Aosta, con i 3 vincitori Lorenzo Brunier, Omar Bouamer e Xavier Chevrier che hanno indossato una canotta con il suo nome e un fiocco nero sul petto.

Oltre al fratello Paul e alle sorelle Laura e Daniela, Jean Pellissier lascia la compagna Lella Gianotti e il figlio Gilles.

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