Binari giusti e binari morti

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Mentre arriva le prima neve, ritorniamo a chiederci senza sosta lo stato della viabilità valdostana.

La Valle d’Aosta si è di fatto isolata negli anni, ormai lo sappiamo: dopo essere agevolmente arrivati a Milano da qualsiasi parte d’Italia o del Mondo, si apre il dilemma e l’incredulità sul fatto che i treni normali siano più grandi delle gallerie, e che quindi alle soglie della nostra regione si debba cambiare treno, dovendo quindi per forza interrompere la corsa a Milano, a Torino, a Ivrea o a Chivasso per imbarcarsi in un trenino che sembra un giocattolo rosso di Natale e che con il suo lento viaggio porta stipati turisti, mischiati a pendolari, ammucchiati a studenti.

Sono 3 esigenze diverse: voler arrivare da un aeroporto internazionale o da una grande stazione a scopo turistico in Valle d’Aosta per sciare, richiede un certo tipo di accorgimento fatto di organizzazione e confort; c’è poi il pendolare, quella persona che per lavorare si sposta, che deve poter raggiungere puntuale una località, che richiede pertanto molte fermate e l’opportunità di avere più treni in differenti orari; vi sono poi gli studenti e coloro che escono dalla regione la domenica e rientrano il venerdì, che necessitano di un treno diretto, senza cambi, a orari costanti, che agevoli lo spostamento di pochi chilometri (100 al massimo 200) permettendo un risparmio economico rispetto all’auto e maggior sicurezza del trasporto.

Ma noi in Valle d’Aosta non accontentiamo nessuno, non diamo un servizio efficiente ad alcuna delle 3 categorie.

Ora però il problema verrà, come dire, deviato, perché neppure ci potremo più lamentare del trenino di Natale, visto che per 1.095 giorni (3 lunghi anni) i treni verranno sospesi per i lavori di ammodernamento di 66 km di ferrovia, che per un mero e non esaustivo calcolo matematico sarebbero 0,06 km al giorno, neanche fosse necessario cesellarli a mano…

E non stiamo parlando di un progetto di rifacimento della linea, di rinnovo delle scelte, della creazione di un collegamento veloce con Torino e con Milano che in meno di 1 ora veicoli il passeggero verso un centro internazionale, permettendo parallelamente lo svolgimento di passaggi continui giornalieri per i pendolari di altri treni; parliamo bensì di un ammodernamento del sistema attuale, quello che ha già dimostrato tutti i propri limiti. Ne ridiscuteremo a dicembre 2026, ma nel frattempo…siamo sicuri di essere sul binario giusto?

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