Le reines e una Fontina da medaglia d’oro I frères Diémoz al miglior risultato in carriera
«Siamo contenti così, contentissimi». Henri Diémoz vede il bicchiere mezzo pieno del secondo posto in prima categoria della sua Merlo, sconfitta in una “finale lampo” da Bandit di Davide Bieller. Per i frères Diémoz è il miglior risultato in carriera e permette di guardare con ottimismo al futuro. Merlo - regina di Charvensod nel 2021 e nel 2023 e seconda a Saint-Christophe nel 2022 - ha dimostrato di essere una reina di valore, con un carattere fuori dal Comune. Come si è visto nel quarto di finale contro Victoire dei Bonin.
«Quando ho capito che avrebbe dovuto combattere contro Victoire pensavo che sarebbe andata male perché lo scorso anno era stata eliminata agli ottavi proprio dalla reina dei Bonin. - racconta Henri Diémoz - Invece quest’anno si è presa la rivincita. Poi, in semifinale, le è toccata Suisse, che era sì stanca per i precedenti combattimenti però bisognava pur sempre fermarla e Merlo ce l’ha fatta. Purtroppo, però, i sorteggi fanno tanto e se fai una o due battaglie lunghe le pile si scaricano. Se la finale è stata così breve, è proprio perché Merlo fino a quel momento aveva dovuto faticare parecchio».
Ai frères Diémoz rimane l’orgoglio che entrambe le loro bovine - oltre a Merlo, anche Furry (qualificatasi come seconda a Fénis) - hanno perso solo contro la regina Bandit; Merlo in finale, Furry ai sedicesimi. Da parte di madre le 2 bovine dei frères Diémoz sono sorelle, entrambe figlie di Bandit, già regina a By di Ollomont. La trisnonna di Merlo viene dai Clos di Jovençan mentre, da parte di toro, la razza è quella della società La Borettaz di Gressan.
La passione per le battaglie dei Diémoz - papà Henri, mamma Katia Veysendaz e i 3 figli Laurent, Stephanie e Emilie di 14, 13 e 10 anni, oltre al resto della famiglia - si accompagna alla grande attenzione per la produzione lattiero-casearia. Da 2 anni, infatti, la Fontina dei Diémoz ha vinto la “médaille d’or” al concorso del Modon d’Or. La famiglia in estate gestisce l’alpeggio al Gran San Bernardo.
Ora le bovine sono divise tra Etroubles (dove sono custoditi i capi giovani e una quindicina di castane «guardate da mio suocero Roberto Veysendaz che ci dà una grande mano e che ringrazio» sottolinea Henri Diémoz) e Saint-Christophe (dove, nella stalla sopra il Municipio, sono ricoverate le 50 mucche bianche e rosse). Laurent ha da poco iniziato l’Institut Agricole: il futuro è ancora tutto da scrivere e ricco di speranze. «Dedichiamo il risultato alla famiglia e a tutti quelli che ci danno una mano» conclude Henri Diémoz.