Lo spettacolo della Regionale è anche sugli spalti “Alla finale delle batailles non si può mancare”
Per molti la finale delle batailles de reines è uno degli appuntamenti a cui bisogna assistere almeno una volta nella vita. E tanta gente ha voluto esserci domenica scorsa, 22 ottobre, all’arena Croix-Noire in occasione della 66esima edizione della finalissima. Seduti in tribuna, insieme all’amico Joël Ronc di Allein, Luigino Collé e Giuseppe Squinobal, entrambi di Gressoney-Saint-Jean, sorridono e confermano «che mai potrebbero mancare alla finalissima, con la speranza che questa nostra tradizione continui nel tempo. Sempre!»
Lo stesso discorso vale per l’allevatore di Pollein Remo Dalbard che, riferendosi alle ultime difficoltà di gestione dell’arena per i numerosi vincoli burocratici dice: «Questa è sempre una grande occasione per ritrovarci e rivivere una tradizione che da sempre è parte della nostra vita. Oggi è un giorno di festa per noi allevatori, ma l’arena è una cosa per tutti e sarebbe inutile averla e non usarla».
La mattina al raduno degli alpini, il pomeriggio immancabilmente all’arena Croix-Noire per assistere alla finalissima c’erano l’assessore all’Agricoltura e il vicesindaco di Valtournenche, Luca Vallet e Massimo Chatrian, perché «esserci è innanzituttto un piacere, perché significa rivivere momenti di una tradizione ancestrale che caratterizza la vita rurale tra le nostre montagne».
«La passione per le batailles e, in particolare i ricordi di bambini al pascolo in alpeggio, di tradizioni e passione per le mucche» unisce Elio Tomio (che non smette di essere allevatore) di Aosta, e Antonio Iorio di Pont-Saint-Martin, anche loro all’arena domenica scorsa.
«Questa della finalissima - parole di Donato Martinod, classe 1961, allevatore di Saint-Nicolas, sugli spalti dell’arena insieme all’amico allevatore Ezio Pascal (lui è del 1944) di La Salle - è una di quelle giornate di cui non ci si può scordare mai e che ti permette di dimenticare le difficoltà del nostro lavoro e di pensare, invece, almeno per una volta in positivo».
Giorgio Amari di Verrayes e Arturo Batise di Nus, sono giovani amici: «Come non si può non andare alla Fiera di Sant’Orso, non si può mancare mai alla finale delle batailles. E noi ci siamo!»
Roberto Moussanet di Saint-Christophe, e originario di Challand-Saint-Anselme, è cresciuto come tanti tra le mucche e racconta le fasi delle batailles all’amico di Udine Maurizio Mianeso che non aveva «mai assistito ad un evento del genere, bello, spettacolare, caratteristico e che nulla ha a che vedere con una corrida».
Alla finalissima non avrebbe mai rinunciato il gruppetto di amici ritrovatisi «per questo grande giorno di festa in compagnia» Italo Jordan di Valpelline, Piero Jocallaz di Saint-Pierre, Emilia Charrey (che di mestiere sala le Fontine) di Pré-Saint-Didier e il mitico Giuseppino Bich di Valsavarenche. «Alle batailles, a questa grande e lunga festa, dovevo per forza esserci, in compagnia sempre dei miei parrocchiani» dice anche don Ivano Reboulaz, sugli spalti della Croix-Noire insieme all’amico Massimo Hérésaz di Verrès.
Seguono le ultime fasi dei combats scambiandosi commenti da veri esperti - seduti uno accanto all’altro - Alex Benetti, Samantha Bontempi, Giovanni Mazzacchiele e Alfreda Tillier di Gressan, quest’ultima nome molto noto tra gli allevatori di reines: «Quest’anno purtroppo non ne ho in finale ma ci godiamo lo spettacolo! - esclama - Vinca la mucca migliore!».
Poco distante, non stacca gli occhi dal prato il simpaticissimo gruppo di Nus e Verrayes formato da Egidio Michelet, Marco Chapellu, Piero Arioli e Serafina Porliod: «Seguiamo non solo la finale ma anche quasi tutte le eliminatorie. Il livello è altissimo ed è bello anche vedere così tanto pubblico. Le bovine sono sempre più forti: si vede che le fanno mangiare bene!»