La festa degli alpini è piaciuta molto alla comunità ma è stata snobbata dagli esercenti della città
E’ stata una bellissima festa, lontana da qualsiasi pretestuosa polemica sui nostri alpini, che per quasi tre giorni (parecchi arrivati venerdì sono rientrati di lunedì) ha colorato il centro di Aosta, incuriosendo pure gli ancora numerosi turisti stranieri che ammiravano tutti quegli uomini con lo strano cappello sulla testa.
In tanti hanno sfilato e gli altri, forse ancora di più, visto il numero dei famigliari e degli amici presenti, hanno accompagnato la sfilata di domenica dai lati. Oltre agli arrivi di sabato, per l’ammassamento del giorno successivo in piazza della Repubblica i pullman erano in coda fino alla stazione ferroviaria per poi arrivare in ordine, uno dopo l’altro, a scaricare gli alpini che poi prendevano la strada di via Monte Vodice. Molto numerosa tra le altre la rappresentanza di Torino, con i caratteristici fazzoletti gialli e la camicie blu.
Se gli applausi non sono mancati - gli aostani sono scesi in massa in strada - è certo però che sono mancati e molto gli esercizi pubblici. Già sabato la città denotava parecchie chiusure di bar nel centro, ma domenica si è raggiunto proprio il massimo della “non” accoglienza turistica. Ad esempio all’angolo di Saint-Martin de Corleans con via Martinet, dove la sfilata svoltava nella zona pedonale e dove si erano posizionate centinaia di persone, su tre bar nessuno aveva aperto, come pure chiuso era il tabacchino edicola. Un fenomeno però che ha interessato, tra lo stupore generale, l’intero centro, smentendo le entusiastiche parole del sindaco di Aosta Gianni Nuti che sabato aveva sottolineato la grande accoglienza della città per questa festa che, appunto, è piaciuta molto alla comunità ma è stata evitata dagli esercenti, che un tempo avrebbero organizzato di tutto e di più per approfittare dell’opportunità. Si vede che stanno troppo bene.
Proprio sabato l’amara sorpresa è stata per molti quella di ritrovarsi in uno stretto corridoio davanti alla facciata della Cattedrale, vista la presenza - ingombrante - degli chalet del mercatino natalizio. I commenti dei partecipanti sono stati terribili nei confronti dell’amministrazione cittadina e in effetti sarebbe bastato posizionarli qualche giorno dopo, visto che comunque l’attività negli stand inizierà tra un mese. Davanti a tutti i gagliardetti “schiacciati” tra la recinzione provvisoria e il duomo sono intervenuti per i loro discorsi un energico presidente Carlo Bionaz, un deludente generale Alessio Cavacchioli che come massima autorità militare della Valle d’Aosta non solo non ricordava se parlava per terzo o per secondo ma comunque non ha detto nulla di nulla, poi le parole del sindaco Gianni Nuti e quelle del presidente della Regione Renzo Testolin che ha sostituito al classico “Viva l’Italia” degli altri oratori il suo “Viva la montagna”.
Poi gli alpini hanno sciamato per i pochi locali aperti, quindi la cena tra Aosta e i paesi vicini, il sempre affollatissimo “Papà Marcel” che alle tre di notte ancora risuonava di canti e di ricordi, fino a presentarsi tutti puntuali domenica mattina in piazza della Repubblica. La conclusione sfilata ha avuto quale momento ufficiale, in piazza Chanoux, il passaggio della “stecca” per l’organizzazione del prossimo raduno del Primo Raggruppamento tra Aosta appunto e Omegna che lo ospiterà nel 2024. Nell’occasione il cerimoniere dell’Associazione Nazionale Alpini con un decisione incomprensibile - gaffe veramente incredibile - ha ritirato il labaro nazionale dell’ANA, senza attendere il passaggio dei gruppi e delle penne nere valdostane.
Si è risolta infine nel migliore dei modi l’unica spiacevole situazione delle due giornate di festa. Nella mattinata di domenica infatti, prima iniziare a sfilare, Bruno Borroni, alpino di Condove del Gruppo di Susa classe 1942, si è sentito male in piazza della Repubblica. Immediato l’intervento dei soccorsi che in pochi minuti lo hanno trasportato in Ospedale dove è stato ricoverato in Rianimazione per un leggero ictus, venendo poi trasferito mercoledì scorso, visto il miglioramento delle condizioni, in una struttura ospedaliera più vicina a casa, dove potrà rimettersi.