A Quincinetto si attende l’avvio delle opere di bonifica della frana

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Dovrebbero mancare poche settimane alla partenza dell’opera di bonifica della frana incombente dal 2012 sul territorio di Quincinetto, in località Chiappetti, vera e propria spada di Damocle sulla tratta dell’autostrada A5 Torino-Aosta e sulla linea ferroviaria sottostanti, più volte costrette nel tempo al blocco del traffico per i continui movimenti del fronte franoso. Il Comune di Quincinetto ha approvato in sede di Giunta la nomina della commissione giudicatrice (formata da Luciana Mellano, Livio Martina e dal geologo Davide Bolognino) che esaminerà le candidature per l’esecuzione dell’articolato progetto di messa in sicurezza della zona, sottoposto al Ministero dell’Ambiente e delle Infrastrutture, che prevede 3 passaggi propedeutici all’intervento finale, il brillamento dei 2 colossali monoliti rocciosi che trattengono il fronte franoso. Nell’ordine, l’intervento di difesa idrogeologica sulla sponda destra della Dora, l’opera di bonifica alla base del conoide per l’eliminazione dei massi rocciosi instabili con liberazione dell’area dove cadranno i detriti (a carico del Comune di Quincinetto per 1 milione di euro coperti da finanziamento della Regione Piemonte) e la costruzione del vallo di contenimento a protezione dell’autostrada e della ferrovia, con barriera paramassi alta 8 metri e lunga 370 (a carico della Società Autostrade Valdostane). Il totale di spesa previsto ammonta a circa 13 milioni di euro, di cui 4 finanziati dalla Regione Piemonte attraverso fondi messi a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e 9 dalla Sav. «E’ una situazione che richiedeva immediato intervento risolutorio. - commenta una volta di più il sindaco Angelo Canale Clapetto - Anche solo piogge intense o maltempo suscitavano movimenti del fronte franoso, 500mila metri cubi di materiale roccioso in bilico sulle nostre teste, con la prospettiva di bloccare le più importanti vie di comunicazione tra Regioni». Attualmente l’area su cui insiste la frana è stata messa sotto protezione con reti contenitive alte 5 metri e un monitoraggio continuo è assicurato da sensori speciali forniti dall’Arpa e dall’Università di Torino.

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