Addio a Rossano Soncin, il “Fosforo” dell’Aosta Calcio degli anni Settanta
Che bel giocatore è stato Rossano Soncin. Quando arrivò ad Aosta a provare era l’estate del 1973 e la dirigenza rossonera stava costruendo una squadra per puntare alla serie D dopo avere concluso l’ultimo campionato al sesto posto in Promozione. Poco più che diciottenne, essendo nato nel 1955, era cresciuto nel Beinasco: nella partitella di allenamento il ragazzo cominciò a lasciar partire delle precise sciabolate che tagliavano il campo da una fascia all’altra, dei traccianti - come ricorda ancora chi allora era su quel terreno - che aprivano le difese avversarie. Furono proprio i “vecchi” dell’Aosta a chiedere al neo presidente Leo Guglielminotti di acquistare quel giovane e l’affare venne combinato.
L’Aosta allenata da Giovanni Donna vinse il campionato e salì in D. Rossano Soncin divenne "Soncio" e soprattutto "Fosforo" per l’intelligenza che, malgrado la giovane età, metteva sul rettangolo verde. Mancino, pacato e garbato anche fuori dal campo, faceva girare il pallone, giocando a fianco al "trottolino" Tino Centola, nella seconda vittoria del campionato nel 1976/77, quella con Nunzio Santore in panchina, dopo il secondo posto del 1975/76 e la sfortunata retrocessione per differenza reti con la Cossatese del 1974/75.
Giocatore bello da vedere, efficace e maturo anche nella gestione dello spogliatoio, seguì Nunzio Santoro ad Ivrea, dove conquistò un’altra promozione, sempre in D, allora chiamata Interregionale, nel 1981, dimostrando ancora di valere le categorie superiori, nelle quali avrebbe fatto una bella figura, viste le qualità tecniche e caratteriali.
Sposato con Antonietta e padre di Christian, Rossano Soncin finito il calcio era diventato parte dello staff di Olympic, il negozio di abbigliamento più prestigioso di Torino in quegli anni, in piazza San Carlo, un ricordo pure per i valdostani che lo frequentavano ai quali chiedeva sempre notizie della sua bella Aosta, l’esperienza che aveva segnato positivamente la sua vita. Peraltro Olympic era di proprietà della famiglia Di Masi, che nel 2013 con Luca acquistò l’Alessandria Calcio per portarla dalla C2 alla B.
Una forma letale di leucemia ha portato via in poco più di un mese il sorriso di “Fosforo” Soncin. Era martedì scorso, 3 ottobre, e giovedì nella chiesa di San Giorgio a Chieri le lacrime dei suoi compagni di quelle straordinarie avventure sportive ed umane di Aosta e Ivrea lo hanno accompagno, ascoltando le commosse parole del ricordo del suo terzino Bobo Pernettaz.