Il ritorno a valle di mucche e pecore A Champorcher la désarpa affascina

Il ritorno a valle di mucche e pecore A Champorcher la désarpa affascina
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Finita l’estate, è periodo di désarpe. Nella vallata di Champorcher in questi giorni si è ripetuto più volte lo spettacolo della discesa degli animali dagli alpeggi. Domenica scorsa, 1° ottobre, in particolare, se ne sono svolte 2. Numerosissimi - ben 230 - erano i capi bovini di Albein Bagnod, allevatore di Montjovet: con il figlio David e un bel gruppo di una quindicina di volontari a dare una mano, la désarpa è partita dall’alpeggio Dondena a 2.300 metri di quota alle 3 e mezza del mattino per percorrere ben 46 chilometri in un sol giorno ed arrivare - stanchi ma felici - a Montjovet intorno alle 19, transitando per Hône, Echallod di Arnad, Issogne e Champdepraz.

Sempre domenica 1° ottobre sono scesi dall’alpeggio Arcomy a 1.850 metri, nel territorio di Champorcher, anche i 60 bovini della famiglia Bonin di Arnad: Erik con il papà Eliseo, la mamma Maria Colliard e i figli Ephrem, Elodie e Alyson. «Abbiamo 3 tramuti: Arcomy, Sapy a 2.000 metri e Raty a 2.300. - spiega Erik Bonin - Quest’estate è andata bene, erba ce n’è stata e ha piovuto il giusto. Sicuramente meglio dello scorso anno. Domenica siamo partiti intorno alle 9 del mattino, abbiamo valicato il Col di Brenve scendendo poi a Vesey e a Issogne e da lì raggiungendo la stalla di Ville a Arnad».

La transumanza delle pecore

Chi ha percorso la strada regionale di Champorcher mercoledì scorso, 4 ottobre, ha assistito a uno spettacolo che si ripete ormai da 3 anni: la discesa a valle delle 700 pecore dell’allevatore biellese Davide Ramella Levrin al termine della stagione estiva nell’alpeggio Grand Lauson di proprietà di Enrico Cavagnet, nel vallone di Valnontey, a Cogne. «Siamo stati in alpeggio 4 mesi e per la terza volta quest’anno abbiamo fatto la transumanza a piedi. - spiega Enrico Cavagnet - E’ un’esperienza bellissima, che dura 6 giorni, dormendo all’aperto a stretto contatto con gli animali. Il percorso prevede la discesa a Cogne, la risalita nel vallone dell’Urtier, il superamento del Col Finestra e la discesa a Champorcher - dove siamo stati accolti magnificamente - e da lì a Hône. In seguito il gregge ha proseguito il suo cammino fino a Quassolo, ha superato la Serra ed è infine arrivato a Mongrando, vicino a Biella. Una grande fatica, ma bellissimo. E anche nel punto più delicato, la discesa da Champorcher a Hône, in cui inevitabilmente creiamo qualche disagio agli automobilisti, sono tutti molto comprensivi e pazienti: nessuno suona il clacson».

La discesa da Champorcher a Montjovet - per ben 46 chilometri complessivi - compiuta domenica dalla mandria di Albein Bagnod
La desarpa della famiglia Bonin con in primo piano il giovane Ephrem

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