Una giornalista nel mirino di gruppi no-vax Ordine e Sindacato esprimono solidarietà

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L'Associazione stampa valdostana e l'Ordine dei Giornalisti della Valle d'Aosta esprimono solidarietà verso una collega «Per l'ennesima volta bersagliata da gruppi no-vax nati durante la pandemia, vittima di accuse false».

I fatti - è riportato in una nota - si sono svolti durante il Consiglio Valle della scorsa settimana, ma continuano ancora oggi, usando i social network come cassa di risonanza. «La giornalista è finita nel mirino dell'ormai classico schema dei gruppi che fanno disinformazione - si legge nella nota - accusata di aver mentito e di aver riportato i fatti in maniera distorta».

La collega è stata avvicinata da un'esponente no-vax nei pressi della tribuna stampa: «Usando toni inappropriati e violenza verbale, è stata accusata di mentire, di essere al soldo delle case farmaceutiche, oltre ad altre accuse ormai sempreverdi all'interno dei gruppi no-vax». Inoltre, «Terminata la discussione di un'interpellanza sul tema dei vaccini anti Covid-19, è stata avvicinata da due persone che erano presenti nella tribuna del pubblico, per ottenere la cancellazione di alcune fotografie appena scattate, con atteggiamenti minacciosi e così scomposti da portare all'intervento dell'addetto alla sicurezza del Palazzo regionale per evitare che la situazione degenerasse. L'Asva e l'Ordine - conclude la nota - non possono accettare che una giornalista sia ostacolata mentre svolge il suo lavoro. Quello accaduto (e che prosegue sui social) è soltanto l'ultimo episodio che ha visto vittima la stessa collega, in passato oggetto di un "comizio" sulla sua persona e sul suo operato, tenuto in piazza durante una manifestazione contro l'allora green pass». Inoltre l'Associazione stampa valdostana e l'Ordine dei Giornalisti della Valle d'Aosta «Ritengono pericoloso il clima di odio che si è creato e che continua a essere alimentato nei confronti dei giornalisti impegnati a documentare un fenomeno che interessa la società. Episodi come quelli accaduti, che possono essere visti come casi isolati e senza conseguenze, rappresentano il germoglio di un’escalation che vede i giornalisti bersaglio mobile di chi ha scelto di fare di un’informazione parziale, delle fake news e di una totale assenza di deontologia il proprio credo».

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