Vivere e lavorare in montagna costa di più La Regione ha commissionato uno studio
La Valle d'Aosta avrà un suo studio sull'economia di montagna. La Giunta regionale ha approvato - nella seduta di lunedì scorso, 11 settembre, su proposta dell’assessore delle Politiche nazionali per la montagna Luciano Caveri - la bozza di accordo di collaborazione tra la Regione, per il tramite dell'ufficio di rappresentanza a Bruxelles, e l'Università della Valle d'Aosta per la sua realizzazione. L'iniziativa si inserisce nell'ambito del progetto "A-Mont - Accordo quadro transfrontaliero montano", finanziato dal programma Interreg VI-A Italia-Francia Alcotra 2021-2027.
«Bisogna prima fare un passo indietro e tornare al 2007, - spiega l’assessore Luciano Caveri - quando uscì lo studio - assai corposo - che era intitolato in modo suggestivo ”Lavorare e vivere in montagna- Svantaggi strutturali e costi aggiuntivi”, realizzato dalla Regione assieme alla nostra Università e all’Istituto nazionale della montagna. Ne uscì un libro a più mani, con esperti di diverse materie, in cui ci si occupava di differenti temi: dal latte prodotto in montagna alla depurazione delle acque, dai rifiuti ai problemi energetici, dal trasporto pubblico locale alla sanità ed altro ancora. Lo studio sente il peso dell’età, anche se il tema centrale dei sovraccosti che gravano sulla montagna e prevedono finanziamenti giusti e spazi di autonomia resta un caposaldo».
Quindi la scelta di tornare su alcuni temi e aggiungere nuovi scenari. «Esattamente. un approfondimento, mediante uno studio accademico, sul tema legato al lavorare e vivere in montagna, al fine di dotarsi di un fondamento scientifico e tecnico a vantaggio della politica e delle sue decisioni, anche in un’ottica di contrasto allo spopolamento delle cosiddette “terre alte”. La collaborazione con l’Università della Valle d’Aosta, visti i fini istituzionali della stessa e la storica sinergia tra i due enti, era un’ovvietà. Una legge regionale del 2006 indica in una norma le ragioni di tale impegno, laddove recita ”la Regione, nell'esercizio delle attività nell'ambito delle politiche promosse dall'Unione europea nelle materie di sua competenza, provvede a promuovere iniziative in favore delle zone di montagna, conformemente all'articolo 174, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, a livello europeo, internazionale e statale, e a promuovere e sostenere l'attuazione di strategie macroregionali con i territori limitrofi, finalizzate allo sviluppo sostenibile nell'area alpina”.
Il finanziamento previsto nasce nel quadro o di Interreg-Alcotra. «Ci muoviamo nell’ambito del progetto transfrontaliero denominato “A-Mont Accordo Quadro transfrontaliero Montano/Accord Cadre transfrontalier Montagne” - riferisce Luciano Caveri - finanziato dal Programma Interreg VI-A Italia-Francia Alcotra 2021-2027, che si pone, tra i vari obiettivi, l’adozione di un Accordo Quadro transfrontaliero Montano che abbia come risultato la definizione di prospettive, a breve e medio termine, e di possibili scenari per interventi complementari e innovativi tra i diversi territori per l’evoluzione delle politiche nei diversi territori di montagna di Piemonte, Valle d’Aosta e Département de la Savoie. Approfondimenti validi per noi, ma direi per l’insieme delle Alpi».
Nel caso più propriamente valdostano come ci si muoverà? «Intanto sarà in pieno accordo con i colleghi della Giunta regionale e con il sistema degli enti locali. - risponde l’Assessore - Lo studio accademico previsto dall’accordo di collaborazione avrà come oggetto l’intero territorio regionale, classificato integralmente come montano, e, partendo dall’analisi delle sue specificità e dei caratteri distintivi, fornirà un’analisi del funzionamento della sua economia, con l’obiettivo, da una lato, di evidenziarne i sovraccosti e gli svantaggi e, dall’altro di trovare dei modelli per superare gli squilibri rispetto all’economia di pianura derivanti da questi. Gli approfondimenti si concentreranno, pertanto, sulle diverse tematiche relative ai fattori produttivi, quali il lavoro e le sue declinazioni, le infrastrutture, il commercio, il turismo; ai servizi minimi essenziali tra cui in primis i trasporti, l’accessibilità, la sanità e l’istruzione; al cambiamento climatico; alla produzione di energia nelle diverse forme possibili nel contesto montano. Cito questi temi a titolo esemplificativo, ma anche altre piste saranno alla nostra attenzione, guardando il contesto italiano e europeo. Come diceva Luigi Einaudi: “Conoscere per deliberare”, sapendo che le conoscenze e i savoir faire che maturano in Valle d’Aosta valgono per i nostri rapporti di vicinato - conclude Luciano Caveri - e si dilatano al resto delle Alpi e anche alle altre montagne europee».