Verso la conclusione l’estate d’oro dei rifugi “Tanti stranieri, in crescita da Usa e Israele”
Le previsioni della scorsa primavera facevano sperare in un’estate migliore di quella del 2022, caratterizzata da una siccità estrema e dalla conseguente scarsità idrica che ha creato non pochi problemi all’agricoltura ma anche all’approvvigionamento in molti rifugi. Quest’anno in effetti, a detta di molti gestori, le cose sono andate meglio. E ancora meglio dal punto di vista delle presenze di alpinisti ed escursionisti. In molti casi addirittura triplicate, sicuramente grazie anche alle condizioni climatiche favorevoli, tra caldo e buone condizioni dei ghiacciai - nei mesi di giugno e luglio - che hanno attirato gente da diverse parti del mondo, America e Israele comprese.
«In Valle d’Aosta, la stagione si presentava bene già tra la fine della primavera e l’inizio estate. - dice Andrea Benedetti, che oltre ad essere il gestore del Rifugio Chabod a Valsavarenche, è il rappresentante dei rifugi alpini in seno all’Adava - Le prenotazioni di giugno e luglio nei vari rifugi situati in zone con ghiacciai hanno sin da subito confermato le aspettative. Oggi, i dati ci dicono che c’è stata dovunque una buona affluenza di appassionati della montagna, con l’arrivo di gente un po’ da tutto il mondo per fare trekking e non solo ascensioni alle vette. Nel mese di agosto, c’è stata una leggera flessione della presenza di alpinisti, compensata però dagli escursionisti e questo è comunque un buon segno. In quanto gestore del Rifugio Chabod, posso dire che abbiamo lavorato molto con le agenzie che vendono pacchetti tutto compreso, pernottamento, mezza pensione, settimane complete. Abbiamo costatato un forte incremento di questa nuova forma di turismo fatta non proprio di alpinisti, ma comunque che porta gente abituata ad andare in montagna, in buone condizioni fisiche e che vuole provare l’emozione di salire le nostre vette, tra cui l’ambito Gran Paradiso, affidandosi alle guide alpine».
«È andata bene, è stata un’estate positiva. - dichiara il gestore del Rifugio Champillon a Doues Marcello Vai - Noi lavoriamo sempre molto con gli stranieri, quest’anno però è cambiato leggermente il flusso. Arrivano meno persone dai paesi dell’Est, ma molti israeliani ed escursionisti provenienti dal Nord Europa. Sicuramente l’attuale situazione geopolitica impone nuovi flussi turistici ma a noi questo non può che fare piacere!».
Anche Valentina Liguori del Rifugio Arbolle, situato nella conca di Pila, nel territorio di Charvensod, parla di un’ottima stagione estiva ai piedi della Becca di Nona e del Mont Emilius. «Nel complesso è andata bene, - spiega Valentina Liguori - anche se nel nostro caso c’è stato un leggero calo di gente a pranzo, compensato però dall’aumento dei pernottamenti. Quello che colpisce di quest’estate è la presenza di turisti olandesi e belgi, praticamente raddoppiati se non addirittura triplicati rispetto all’estate 2022. Abbiamo notato come sempre un buon afflusso di italiani e valdostani, gente del posto che approfitta della vicinanza di Aosta, forse anche perché sono stati eseguiti lavori nella nostra zona che hanno reso i sentieri più agibili».
Sarah Fosson gestisce il Rifugio Vieux Crest in Val d’Ayas. «Quest’estate, anche nel mese di agosto, abbiamo lavorato molto di più dell’anno scorso. - commenta - Per quanto mi riguarda è stata davvero una bella stagione turistica e con i valdostani abbiamo lavorato molto con i trekking nature organizzati dalla Regione. Altrimenti gli escursionisti della nostra regione sono poco presenti, come gli italiani in generale. Abbiamo riscontrato, però, un forte incremento di stranieri, tra cui israeliani e americani. Segno che la Valle d’Aosta con le sue splendide montagne attira sempre più gente da ogni parte del pianeta».
E benissimo è andata nei mesi di giugno e luglio anche al rRfugio Mantova, a Gressoney-La-Trinité. «Abbiamo registrato meno presenze ad agosto. - spiega Arnoldo Welf gestore del rifugio insieme a Paolo Comune, direttore del Soccorso alpino valdostano - A luglio, però, le agenzie e i tour operator italiani e stranieri prenotano pacchetti “tutto compreso” perché sanno che il ghiacciaio è più bello e sicuro. Nei mesi di giugno e luglio, come ormai riscontriamo da anni, la clientela è quasi tutta straniera, in particolare francesi e svizzeri. Poi a settembre arrivano generalmente dai paesi dell’Est, soprattutto i polacchi che molto spesso preferiscono dormire in tenda per risparmiare qualcosa».