“Parte la ri-evangelizzazione della nostra Valle d’Aosta”

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Con la festività di San Grato, patrono di Aosta e della Diocesi - giovedì scorso, 7 settembre - è iniziato anche il nuovo anno pastorale. Il giorno prima, mercoledì 6, nel salone del vescovado, il vescovo di Aosta monsignor Franco Lovignana, affiancato dal vicario Fabio Bredy, ha presentato agli organi di stampa la lettera con cui diffonde le indicazioni e i percorsi per il nuovo anno.

I numeri della Chiesa valdostana

Nella Diocesi sono presenti 79 sacerdoti in servizio pastorale pieno o parziale, con un’età media di 47 anni. Di questi, i sacerdoti diocesani sono 61, di cui 15 a riposo, 2 in servizio fuori Diocesi, 44 in servizio con età media di 58 anni, mentre sono 5 i sacerdoti “fidei donum” di altre Diocesi in servizio pastorale in Valle, 6 i sacerdoti religiosi che svolgono ministero parrocchiale a tempo pieno e 7 a tempo parziale. I diaconi permanenti sono 13, di cui 4 a riposo, e domenica 17 se ne aggiungeranno altri 6 (si veda articolo in basso). Le religiose sono 72, di cui 56 Suore di San Giuseppe (presenti in Convento, Foyer, Istituto San Giuseppe, Gignod, Courmayeur, Priorato e Donnas), 4 Figlie di Maria Ausiliatrice (Parrocchia di Saint-Martin), 4 Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret (Ospedale e Casa circondariale), 5 Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo (Saint-Vincent) e 3 Suore della Congregatio lesu (Parrocchia di Sant'Orso e Caritas). Le monache sono invece 25, di cui 16 al Monastero Regina Pacis di Saint-Oyen e 9 al Monastero Mater Misericordiae di Quart.

La lettera pastorale

Il titolo “Gesù… Camminava con loro” cita il brano evangelico dei discepoli di Emmaus, così come l’icona raffigurata sulla copertina della Lettera. «L’icona - ha spiegato monsignor Franco Lovignana - è stata scelta dalla Conferenza Episcopale Italiana per le “Linee guida” della seconda fase del percorso sinodale. Esse ci chiedono di lavorare su cinque macro-temi: la missione, secondo lo stile di prossimità; la riappropriazione della lingua comune; la formazione alla fede e alla vita cristiana, la sinodalità permanente e la corresponsabilità, il cambiamento delle strutture. Ho cercato di declinare questi temi nelle indicazioni per l’avvio delle Unità parrocchiali». Sono questi infatti i 2 fili conduttori dell’anno, il percorso sinodale e il consolidamento delle Unità parrocchiali. «Si tratta dell’accorpamento di 2 o più parrocchie - ha aggiunto monsignor Lovignana - diventato stabile con decreto vescovile. Le Unità avranno un’attività pastorale comune, come la catechesi e la carità. L’attività sarà pensata insieme globalmente. Le Unità non sono realtà troppo grandi, perché possa nascere un senso di appartenenza e si valorizzino le relazioni personali». Le 32 Unità sono suddivise in 5 zone e comprendono le 93 parrocchie valdostane. «L’avvio delle Unità è per noi prioritario e suona come una chiamata a vivere appieno la fede, la fraternità ecclesiale, la missione e la carità. - scrive il Vescovo nella Lettera - Senza una risposta generosa, personale e comunitaria, tutto si riunisce a mera questione organizzativa. La Lettera riconsegna indicazioni preziose, frutto del lavoro dell’assemblea e dei consigli. L’obiettivo è quello di riprendere suggerimenti utili per far sì che il rinnovamento auspicato diventi carne e storia delle nostre comunità».

I 5 grandi temi

Il percorso nazionale si specchia quindi nel lavoro diocesano, che ne riprende i 5 ambiti. Il primo è quello della missione, il compito di ri-evangelizzare la Valle vivendo in uno stile di prossimità. «Vuol dire contatto personale, - ha chiarito il Vescovo - in particolare per i laici, che possono intavolare un dialogo, fatto di ascolto e di racconto della propria esperienza, che diventa annuncio e testimonianza. Ma vuol dire anche presenza laddove si fa cultura e politica, si progetta e si costruisce la società e si forma l’uomo». Il secondo punto è il riappropriarsi della lingua comune del nostro tempo: «L’Unità parrocchiale è chiamata a stare al centro del proprio territorio per raggiungere uomini e donne del nostro tempo, senza mondanizzare il messaggio del Vangelo». La formazione, terzo punto, è intesa non solo come acquisizione e trasmissione di contenuti e competenze ma anche come esperienza di maturazione della propria esperienza di fede. Il quarto sono la sinodalità e la corresponsabilità, in un modo circolare di affrontare le situazioni di vita in ogni comunità e coinvolgendo «tutte le componenti ecclesiali nei processi decisionali della Chiesa». In questa corresponsabilità sono coinvolti tutti, consacrati e laici: questi ultimi sono chiamati ai ministeri, i servizi che svolgono per la vita e la missione della comunità. Infine, cambiano le strutture pastorali con un riordino organizzativo che prevede il rilancio dei consigli (pastorale ed economico) e la verifica che le strutture materiali siano adeguate alle esigenze della comunità.

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