Domani, domenica 10, apre la caccia Piano faunistico: scoppia la polemica
Zaini, scarponi, binocoli e fucili. In Valle d’Aosta, per la stagione 2023-2024, la caccia apre domani, domenica 10 settembre. Il via vale per i 1.241 cacciatori di ungulati - su un totale di poco più di 1.400 cacciatori - che potranno prelevare le specie camoscio, capriolo maschio, cervo fusone oltre al cinghiale in modalità selettiva. Da domenica 1° ottobre caccia aperta a lepre europea, volpe (in modalità vagante), capriolo femmina e piccolo, oltre alle specie appartenenti all’avifauna. La fine del periodo di bramito (domenica 15 ottobre) segna l’apertura della caccia al cervo maschio di tutte le classi d’età.
Questo primo periodo di caccia di selezione terminerà giovedì 14 dicembre cui seguirà, come di consueto, un secondo periodo di caccia, quello al cinghiale ma con il metodo della braccata: da sabato 16 dicembre a mercoledì 24 gennaio. Sempre per quanto riguarda il cinghiale, la Regione ha deliberato il prolungamento della caccia per scongiurare l’arrivo nella nostra regione della Peste suina africana (Psa) presente in Liguria e in Piemonte con oltre 900 casi, riscontrati e dichiarati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta. Quindi, in periodi differenziati, la caccia al cinghiale in modalità selettiva si protrarrà fino alla fine di marzo e proseguirà con l’impiego di cacciatori formati come attività di controllo, anche in orario notturno, fino alla fine di agosto del prossimo anno.
Dopo 4 anni dalla chiusura per la mozione approvata a scrutinio segreto dal Consiglio regionale il 7 novembre 2019, per i cacciatori di avifauna e di lagomorfi (lepre) riapre la caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile.
Caccia e polemiche
Se da una parte, come anticipato da La Vallée Notizie, i cacciatori dediti all’avifauna e ai lagomorfi richiedono «Un approccio gestionale radicalmente differente da quello attuato per gli ungulati alpini» e, chiamando in causa la revisione del Piano regionale faunistico venatorio, auspicano «Che qualsiasi futura decisione gestionale sulla fauna selvatica cacciabile venga presa anche in ragione della conoscenza del territorio regionale, del contributo del mondo venatorio e delle competenze statutarie della Regione», dall’altra parte, alzano la voce i presidenti delle sezioni appartenenti alla Circoscrizione numero 4 che tramite Diego Bollon - presidente della Sezione comunale cacciatori di Charvensod - dichiara: «Siamo alle solite. Da anni la nostra percentuale è ben al di sotto di una media che, nel tempo, con il Piano faunistico regionale venatorio in vigore dal 2000 e ora in fase di revisione, come detto e ripetuto dagli organi competenti avrebbe dovuto essere portata al di sopra del 2 per cento, cosa che non è mai avvenuta. Noi presidenti di sezione che rappresentiamo i cacciatori della Circoscrizione numero 4 siamo molto amareggiati per questo. Tra l’altro, ad oggi, per quanto riguarda proprio la revisione del nuovo Piano faunistico, nessuno degli organi competenti in materia ci ha fornito una bozza di proposte e discussione. Auspichiamo che questo avvenga in tempi brevi. In considerazione di tutto ciò, a parere nostro, il giudizio è molto negativo per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica in considerazione di una percentuale del 1,17 per cento 2023. La nostra speranza è, però, che si arrivi presto ad una linea di pari opportunità tra tutti i cacciatori valdostani. Un altro argomento spinoso per noi cacciatori della Circoscrizione numero 4 è la cancellazione del centro di controllo della fauna a Nus, cosa che ci obbliga di fatto a conferire i capi abbattuti ai centri di controllo, a secondo della zona di prelievo diviso in settori, di Aymavilles e di Châtillon. Perché, invece, non è stata data a noi cacciatori la possibilità, in base alla propria residenza, di conferire il capo abbattuto al centro di controllo più vicino tenendo conto dell’1,17 di percentuale?».