Inizia domenica 10 settembre la stagione venatoria 2023-2024 Si intensifica la caccia al cinghiale per debellare la peste suina

Inizia domenica 10 settembre la stagione venatoria 2023-2024 Si intensifica la caccia al cinghiale per debellare la peste suina
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Con l’apertura ai prelievi delle specie camoscio, capriolo maschio, cinghiale (modalità selettiva) e cervo maschio fusone (per il primo periodo solo fino a giovedì 14 settembre), inizia domenica 10 settembre la stagione venatoria 2023-2024 per oltre 1.400 cacciatori valdostani dei quali un centinaio si dedicano ai lagomorfi (lepre variabile e lepre bianca) e una sessantina all’avifauna. Il calendario venatorio è stato approvato lunedì 24 luglio dalla Giunta regionale, con l’indicazione ricevuta dal Consiglio Valle a inserire nuovamente la possibilità di cacciare la pernice bianca e la lepre variabile, attività che era stata sospesa nel novembre del 2019.

Da domenica 17 settembre apre invece la caccia alla volpe vagante. La caccia alla lepre europea e alla lepre variabile, al capriolo femmina e piccolo è possibile da domenica 1° ottobre, data che consente anche ai cacciatori di avifauna, una sessantina appena, di iniziare a cacciare dal 1° ottobre il gallo forcello, la coturnice e la pernice bianca, la beccaccia, oltre ad altre specie di uccelli. La caccia al cervo (tutte le classi d’età) inizierà domenica 15 ottobre, quando sarà terminato il periodo del bramito.

Il periodo di caccia in selezione termina giovedì 14 dicembre. Da sabato 16 dicembre a giovedì 25 gennaio 2024 però i cacciatori valdostani potranno praticare la caccia al cinghiale «in braccata».

Oltre alla riapertura alla caccia delle specie pernice bianca e lepre variabile, per quanto riguarda la caccia al cinghiale la Regione ha deciso di incrementare la caccia a questa specie faunistica per prevenire il diffondersi della peste suina africana in Valle d’Aosta, già presente in Liguria e Piemonte. Il calendario prevede, dunque, che la caccia a questo ungulato prosegua in modalità selettiva anche nei mesi di febbraio e marzo, mentre l’attività di controllo è stata inserita in calendario, anche nelle ore notturne, da aprile ad agosto con l’impiego di cacciatori formati.

Un'altra novità riguarda l’utilizzo di cacciatori esperti nei Centri di controllo (istituiti nelle stazioni forestali di Morgex, Valpelline, Châtillon, Challand-Saint-Victor e Pont-Saint-Martin, anche uno in località La Ferrière a Valpelline e un altro ancora nell’area del parcheggio comunale di Pont-Saint-Martin), dove tutti i cacciatori valdostani devono conferire i capi abbattuti. Di fatto, quest’anno, l’Amministrazione regionale ha chiesto la collaborazione dei tecnici faunistici e dei cacciatori esperti - che affiancheranno gli agenti del Corpo forestale della Valle d’Aosta - nell’attività di monitoraggio e raccolta dei dati biometrici dei capi abbattuti.

La caccia a pernice bianca e lepre variabile subisce la sospensione il 7 novembre 2019, in seguito a una mozione portata in aula, e approvata dal Consiglio Valle, dai consiglieri Daria Pulz (Adu VdA) e Luigi Vésan del Movimento 5 Stelle.

Tra carte e rimbalzi di palla, compreso il ricorso al Tar del Comitato regionale per la gestione venatoria e della Federazione italiana della caccia VdA (ricorso respinto il 16 febbraio 2021), siamo arrivati alle porte della stagione venatoria che inizierà tra pochi giorni. E’ nell’ottobre 2022 che il nuovo Consiglio Valle si esprime a favore della riapertura della caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile. Il parere negativo dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) crea però nuovamente scompiglio e i consiglieri della Lega presentano - lo scorso mese di marzo - un’interpellanza in merito al fatto che sia stato disatteso proprio quanto deciso l’autunno precedente dal Consiglio Valle.

Seppure soddisfatti per essere finalmente arrivati alla riapertura della caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile, il sassolino dalla scarpa se lo tolgono Renzo Parrini, rappresentante dei cacciatori di lagomorfi e di galliformi alpini, nonché dei conduttori di cani da traccia, Silvano Salvador e Corrado Valentino, rispettivamente componenti della commissione avifauna e della commissione lagomorfi.

«Alla luce di quanto stabilito dal calendario venatorio approvato a luglio - affermano Parrini, Salvador e Valentino - le due specie possono essere di nuovo prelevate ma bisogna sottolineare che richiedono un approccio gestionale differente da quello attuato per gli ungulati alpini. Riteniamo che, per una sempre più corretta e moderna gestione faunistica venatoria di queste specie, sia necessario proporre soluzioni differenti circa l’individuazione dei distretti e delle modalità di formulazione dei prelievi al loro interno. Non possiamo comunque che essere soddisfatti per il reinserimento tra le specie cacciabili che ha, finalmente, posto fine ad una vicenda fortemente politica ed ideologica. Auspichiamo che qualsiasi futura decisione gestionale sulla fauna selvatica cacciabile, a proposito citiamo la revisione del Piano regionale faunistico venatorio, venga presa anche in ragione della conoscenza del territorio regionale, del contributo del mondo venatorio e delle competenze statutarie della Regione».

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