Prima o poi il Tunnel del Monte Bianco chiuderà «E quando succederà sarà un guaio per il commercio»
E' una spada di Damocle che pende sulla Valle d'Aosta, un incubo che tiene in apprensione l'imprenditoria valdostana la chiusura del Tunnel del Monte Bianco inizialmente programmata per lunedì 4 settembre, anche se le ultime notizie ora annunciano il rinvio. Lo ha infatti ipotizzato in primis il ministro dei trasporti francese Clément Beaune che nelle ultime ore ha parlato appunto di uno slittamento «di qualche giorno», anche se da parte del governo italiano si auspica piuttosto lo spostamento dell’inizio dei lavori addirittura di un anno. La decisione definitiva si conoscerà all'inizio della prossima settimana, un incontro ad alto livello tra i due Paesi si è già tenuto ieri, venerdì 31 agosto.
Unica certezza è che la richiesta da parte italiana di non chiudere contemporaneamente il Monte Bianco e il Frejus pare recepita dai francesi.
Mentre di tutto ciò si discute a livello governativo, come vivono questi momenti gli imprenditori valdostani? Forte preoccupazione da parte del presidente Ascom Confcommercio della Valle d'Aosta Graziano Dominidiato: "Sicuramente in tutto l'asse centrale della nostra regione la chiusura del Tunnel del Monte Bianco, quando avverrà, avrà una ripercussione negativa e questo è indubbio. Vista la situazione difficile che vi è adesso con la chiusura del Fréjus, spero che il cantiere al Monte Bianco possa slittare. In ogni caso, quando chiuderà il nostro traforo, sarà sicuramente un danno per l’economia valdostana e soprattutto per i pubblici esercizi che sono i più interessati dal turismo di passaggio".
Una chiusura dettata da lavori di ristrutturazione che riguardano in primo luogo la sicurezza, quindi che arrivano 22 anni dopo la tragedia dell'incendio che causò 39 vittime. "Per ciò che concerne i lavori, esprimiamo ovviamente un giudizio positivo poiché tutto va a favore della sicurezza. - continua Graziano Dominidiato - Non approviamo invece il fatto che tutto ciò sia stato caratterizzato dall'incertezza e da una lunga gestazione per arrivare alla mazzata finale di una chiusura 'tout court'. Sotto questo profilo io credo che sarebbe stato più opportuno pensare alla costruzione della seconda canna almeno 10 anni prima, pur sapendo che i 'cugini francesi', come noi li chiamiamo, hanno una visione completamente diversa e secondo me distorta del problema. Posso affermare comunque che le categorie economiche della nostra regione sono molto preoccupate poiché si tratta di 18 anni di chiusure di circa 3 mesi ogni anno. Dopo un periodo segnato da pandemia e guerra, - conclude Graziano Dominidiato - questa chiusura di certo non farà bene a nessuno".
Alessandro Pluda è il titolare dei 3 supermercati Conad di Sarre, Saint-Christophe e Saint-Vincent: "Siamo molto preoccupati, - rivela - chiudere una via di comunicazione importantissima come il Tunnel del Monte Bianco, prima o dopo, non può che creare timori. Il discorso dei mezzi pesanti a noi ci tocca marginalmente poiché non è il nostro target di clienti. Quelli invece che vengono in auto dalla Francia e saranno spinti a passare dal Gran San Bernardo, quelli sì li perdiamo. Con un piano di interventi che comprende 3 mesi all’anno, da settembre a dicembre, non è stata valutata la mazzata colossale che ricadrebbe sulla stagione turistica invernale? E’ risaputo, è un periodo di grande affluenza di turisti stranieri, quindi trovo tutto illogico. Così togli la possibilità al turista di venire in Italia, perde l'abitudine e magari scopre altri luoghi. Tutto questo perché gli impedisci di venire in quei tre mesi, che vi assicuro influiscono parecchio nel rendiconto finale di un’azienda".
Quanto “cuba” la presenza di clienti francesi sui conti di un’azienda come la vostra? "Beh, pensiamo che noi, a seconda di dove sono i nostri punti vendita, arriviamo a fare anche il 30 per cento del fatturato con gli stranieri. L'impatto lo sentiremo, però ripeto, la cosa peggiore è che questi clienti verranno “disabituati” a venire da noi ed ogni anno dovremo riuscire a riconquistare quella fascia. Nella stessa situazione ci saranno i ristoranti e gli hotel che andranno in difficoltà poiché contare solo sul turismo italiano è utopia".
Si ritorna dunque alla paura dell'isolamento con tutto ciò che comporta e la preoccupazione è alle stelle: "Certo, anche perché stiamo vivendo un periodo di inflazione che ci stiamo portando avanti da circa un anno. Se mancheranno pure il turismo e il passaggio, - conclude Alessandro Pluda - sarà veramente un problema".
All’ipermercato Carrefour di Pollein si respira la stessa preoccupazione. "Pur essendo consapevoli della necessità dei lavori di manutenzione, programmati per la sicurezza degli utenti, - afferma il direttore Massimo Patané - la chiusura, prima o poi, del Traforo del Monte Bianco avrà sicuramente ripercussioni in numerosi settori, sia a livello regionale sia a livello nazionale, al momento difficilmente quantificabili".
Niente mezzi pesanti, niente autisti che da sempre utilizzano questo supermarket per i loro acquisti. "In particolare, per quanto riguarda il nostro punto vendita ipotizziamo una riduzione dell'afflusso della clientela, dovuta soprattutto all’assenza degli autotrasportatori. Loro sono infatti i nostri primi clienti all’apertura dell'ipermercato e spesso gli ultimi a entrare prima della sua chiusura. Le conseguenze dovute alla chiusura del Traforo non si limiteranno poi alla forte riduzione del flusso commerciale, ma subiranno anche gli effetti dell'assenza del flusso turistico. Durante la stagione autunnale e invernale, soprattutto a ridosso del periodo natalizio, accogliamo nel nostro punto vendita numerosi turisti provenienti dalla Francia e dalla Svizzera, clientela - conclude il direttore Massimo Patané - che ama acquistare prodotti locali e prelibatezze nazionali della nostra filiera, clienti che purtroppo perderemo.”