PrévRisk, progetto trasfrontaliero sui rischi in montagna: monitoraggio e sensibilizzazione
Non solo prevenzione dei rischi ma anche strategie di adattamento ai cambiamenti climatici in montagna, attraverso lo studio e la sensibilizzazione della popolazione con strumenti innovativi e sostenibili. È l'obiettivo del progetto transfrontaliero "PrévRisk-CC", che sta per "Prevenzione dei rischi e adattamento ai cambiamenti climatici nei territori dell'Espace Mont-Blanc", finanziato dal Programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia "Alcotra" 2021-2027.
Il progetto, di cui è capofila la Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, riunisce 8 partner dei territori che fanno parte dell'Espace Mont-Blanc, che unisce l'Italia, la Francia e la Svizzera. Per la Valle d'Aosta partecipano, oltre alla Fondazione Montagna Sicura, la Regione Valle d'Aosta, il Comune di Courmayeur e l'Arpa. Il progetto, la cui durata è di tre anni per un budget complessivo di 2,5 milioni di euro, è stato illustrato nella mattinata di mercoledì scorso, 30 agosto, durante una conferenza stampa a Courmayeur, a Villa Cameron, sede della Fondazione Montagna Sicura. Tra le azioni previste, vi è lo sviluppo delle conoscenze sui nuovi rischi in montagna potenziando gli attuali punti di monitoraggio di ghiacciai e pareti rocciose, analizzando l'evoluzione delle condizioni degli itinerari e il suo impatto sulle pratiche alpinistiche e studiando le relazioni tra valanghe e condizioni meteo-nivologiche. A ciò si affianca la realizzazione di una campagna di comunicazione con strumenti diversi e innovativi capaci di raggiungere un pubblico ampio. "Vogliamo anche realizzare un film sul progetto: - spiega Océane Vibert, direttrice di La Chammoniarde di Chamonix, società che si occupa di prevenzione e soccorso in montagna- l'approccio non vuole essere sensazionale o catastrofico ma con una prospettiva sull'adattamento al cambiamento climatico".
Per sensibilizzare i più giovani, saranno organizzati I Giochi climatici e dei fine settimana transfrontalieri. Un parte del progetto sarà poi dedicata ai bivacchi di alta montagna e alle loro vie di accesso, oltre che alla valutazione degli itinerari più frequentati nel massiccio del Monte Bianco con la creazione di mappe evolutive. Si punta a trovare una parte di roccia stabile per ricostruire il bivacco de la Fourche, distrutto da una frana nell'agosto 2022. A Courmayeur sarà invece realizzato un sentiero glaciologico di 4 chilometri: "Ispirandoci ad altre realtà alpine, come Chamonix, vogliamo creare un sentiero tematico che valorizzi i ghiacciai del Monte Bianco lato italiano sia dal punto di vista scientifico e storico che raggiunga il Pavillon fino al belvedere del ghiacciaio della Brenva, a fianco della Skyway Monte Bianco", spiega l'assessore comunale all'Ambiente Ephrem Truchet.
I lavori comporteranno la sistemazione e messa in sicurezza del sentiero e l'installazione di pannelli interattivo con qr code. Due saranno i sentieri coinvolti: quello senza segnavia che parte dalla stazione della Skyway e raggiunge il Pavillon e quello che dal Pavillon porta al belvedere della Brenva. Il Comune di Courmayeur porterà avanti anche uno studio pilota sui rischi in montagna per programmare quali opere di protezione dovranno essere realizzate, a partire dalle zone terminali del ghiaccio della Brenva - "un'area di grande interesse perché passa il Tour du Mont-Blanc sia per la necessità di rivedere la viabilità per l'accesso alla val Veny", spiega Ephrem Truchet - e del Marais.
Per il presidente della Fondazione Montagna Sicura, Guido Guardini, il progetto "PrévERisk-CC" "risponde alla necessità di promuovere reti transfrontaliere di osservazione e monitoraggio dei processi nei territori di alta montagna e di mettere a punto degli strumenti operativi per far fronte ai rischi sia diretti sia, come vediamo in questi giorni, indiretti, visto che anche rischi che si verificano altrove hanno poi ripercussioni sul nostro territorio".
"I dati ci dicono che dal 1850 i ghiacciai hanno perso il 40 per cento della loro superficie e ne perderanno ancora. - afferma l'assessore al Territorio della Regione Valle d'Aosta e vicepresidente dell'Espace Mont-Blanc, Davide Sapinet - Progetti come questi sono attuali e come parte politica e come semplici cittadini li vediamo di buon occhio e vogliamo sostenerli".
"È molto complicato in questo periodo comunicare gli effetti del cambiamento climatico. Mai come questa estate abbiamo notato che quando usciamo sui nostri canali con dei post di educazione e di sensibilizzazione ambientale su quello che succede veniamo attaccati in una maniera negazionista e in certi casi molto volgare e siamo molto preoccupati". A spiegarlo è il segretario generale della Fondazione Montagna Sicura di Courmayeur, capofila del progetto, Jean Pierre Fosson.
"Comunicare il rischio sarà una sfida estremamente importante che passerà da un messaggio con i giovani che sono la nostra speranza e che raggiungerà diversi target", dice Jean Pierre Fosson. Che aggiunge: "Forse la nostra comunicazione ha un po' stufato, mettiamoci in gioco e troviamo nuove vie. Con l'ufficio valanghe stiamo seguendo anche i comportamenti cosidetti 'over confident' che riguardano quelle persone che sono iper convinte di essere sempre e comunque portatori di un determinato comportamento che non crea problemi, quando non è così".
"Dobbiamo abituarci ai cambiamenti climatici e la politica di oggi ha una grande responsabilità perché il domani lo decidiamo oggi. Tutte le misure che noi dobbiamo prendere per contrastare il cambiamento climatico devono avvenire sulla base di conoscenze reali e soprattutto dal fatto, per favore, di non farsi prendere dall'eco-ansia". A dirlo è l'assessore regionale alle Politiche della montagna Luciano Caveri.
L'eco-ansia, ovvero quella preoccupazione cronica legata al destino ambientale del pianeta per via dei cambiamenti climatici, "non deve esserci", sostiene l’assessore Caveri. Che spiega: "Noi siamo depositari di una cultura millenaria che ha saputo affrontare tutti i cambiamenti. È molto importante essere consapevoli che i cambiamenti ci saranno e che purtruppo il cambiamento climatico si incrocia anche ad una clamorosa crisi demografica che porterà anche a qualche difficoltà nelle popolazioni di montagna che si stanno restringendo". E, soffermandosi sul progetto "PrévRisk CC", conclude: "La speranza è di poter avere grazie ad un'azione transfrontaliera degli elementi ulteriori per poter decidere e bisogna farlo con serenità. Per questo il progetto è molto importante".