Regole per la «movida» aostana Dubbi e perplessità in centro

Regole per la «movida» aostana Dubbi e perplessità in centro
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Giro di vite per la cosiddetta "movida" nel centro storico. E' scritto nero su bianco dal Comune di Aosta in un protocollo d'intesa finalizzato alla promozione di "Una città viva, animata e responsabile" e firmato da Sindaco, Questura, Arpa VdA, Ascom, Fipe-Federazione Italiana Pubblici Esercizi, Usl e Adava. Gli imprenditori dei locali «drizzano le antenne», pensando già ad un'altra tegola che si abbatterà sul settore. Ma di cosa si tratta? Presto detto: via la musica dal vivo alle 23.30, 3 serate al mese concesse agli esercizi commerciali per un massimo di 18 all'anno (e non in contemporanea con altri locali della zona, quindi da programmare tra gli esercenti per non sovrapporsi) e che il volume non superi i 75 decibel - una persona che parla a tono alto raggiunge già i 70 decibel - ed alle 24 il ritorno alla quiete. Non rientrano nel protocollo gli eventi programmati all'interno dei locali a porte chiuse e sempre "nel rispetto dei limiti acustici." Per far sì che queste norme vengano rispettate, fonometri fissi verranno installati nelle zone più sensibili della città e sarà compito della Questura e della Polizia Locale - che sarà dotata di dispositivi portatili - nel controllo di queste disposizioni.

Movida addio dunque? "Prima di tutto chiariamo che ad Aosta non esiste una movida, almeno per quello che si vede nelle grandi città, - premette Enzo Gullone, titolare del Bar Roma di via Aubert - ovvero migliaia di persone che stanno in strada con bicchiere in mano, che ridono, scherzano e ballano, e una fila di dehors attaccati uno all'altro. In realtà qui c'è solo un gran passaggio. Detto questo, credo che delle regole precise fossero necessarie perché in alcuni casi si esagerava con la musica, suonata fino alle 2 di mattina. Io dunque credo che si possa procedere con la regolamentazione della movida aostana, il tutto senza danneggiare il nostro lavoro". Di diverso avviso è Jessica Casciani, collaboratrice al Secrets Restocafé Culturel di piazza Roncas, tanto da affermare "Che abbiamo dovuto annullare delle feste programmate con dj poiché andavano oltre le 24, quindi penso che queste nuove regole penalizzeranno pesantemente la categoria, allontanando il turismo giovanile che già scarseggia ad Aosta".

Walter Salvetti è il titolare del Pub Beautiful di via Croix de Ville: "Quando proponiamo degli eventi lo facciamo nell'ora dell'aperitivo, quindi queste nuove norme non ci toccano. Il problema è costituito dalle chiacchiere della gente seduta nei dehors, ai tavolini. Evidentemente danno fastidio a chi vive in centro, perchè c'è gente che tira i secchi d'acqua dalle finestre, è capitato anche a noi. Aosta da questo punto di vista è davvero intollerante se pensiamo inoltre che un 16 agosto di qualche anno fa, a mezzanotte, e con tanto di permesso rilasciato dal Comune, vedemmo arrivare un pattuglia della Polizia perché la musica dava fastidio. In una città turistica, che in piena stagione si mandi la polizia perché c'è uno con l'organetto che suona è davvero triste".

Per Radmilla Petkovic, titolare da 20 anni dello storico Papà Marcel di via Croix de Ville le nuove norme non faranno altro che aggiungersi ai tanti problemi che affliggono il settore, tanto che "Nel centro storico dovremo chiudere i nostri locali alle 8 di sera e andarcene a casa. La gente ha bisogno di divertimento invece si fa di tutto per far diventare Aosta una città morta. E' già difficile lavorare con le forze dell’ordine che costantemente controllano i nostri orari, chiamati dalla gente del vicinato. Noi prima organizzavamo degli eventi, ora abbiamo smesso: è diventato impossibile. Avanti di questo passo via Croix de Ville diventerà una via deserta a discapito di chi ci lavora".

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