Il vitigno autoctono “Roussì” dell’Institut Agricole nel Registro nazionale delle varietà
L’Institut Agricole Régional ha raggiunto il traguardo dell’iscrizione delle proprie uve autoctone Roussin di Morgex nel Registro nazionale delle varietà.
Un risultato ottenuto - si legge in una nota dell’istituto di Aosta - «dopo un approfondito lavoro di caratterizzazione ampelografica».
Attualmente coltivate in pochissime unità in tutta la Valle d’Aosta, esse hanno negli ultimi anni attirato l’attenzione di numerosi viticoltori, interessati a riportare in auge un vitigno strettamente imparentato con il Prié blanc, andando così ad ampliare la gamma di prodotti enologici del territorio. Dal momento che la normativa europea vieta l’adozione di nomi di vitigno contenenti toponimi, il vitigno è stato iscritto con l’unico sinonimo noto: “Roussì”.
Il risultato è peraltro frutto di un più ampio progetto sperimentale dell’Unità di ricerca viticoltura ed enologia della scuola esordito nel 2018 e finalizzato al miglioramento genetico e sanitario dei vitigni autoctoni. In tale ambito, l’Institut Agricole ha osservato una tendenza sempre più evidente a costituire e a utilizzare cloni non soltanto tra vitigni nazionali e internazionali bensì anche a livello locale e su superfici ridotte.
Questo ha spinto i ricercatori a ritenere opportuno, nell’immediato futuro, puntare all’omologazione clonale dei materiali delle maggiori realtà autoctone o tradizionali presenti nella regione: ai 5 cloni scoperti nel 2020, il polo di ricerca valdostano ha di recente aggiunto il suo primo clone di Cornalin, denominato IAR-C23. Esso ha saputo differenziarsi nettamente dagli altri candidati grazie a una serie di caratteristiche positive tra le quali una fertilità basale più elevata, un minore peso medio del grappolo, una equilibrata produzione per ceppo e un maggiore contenuto in antociani e polifenoli.
Inoltre, il quadro acido della pianta è stato giudicato maggiormente bilanciato nonché dotato, pur mantenendo un contenuto zuccherino più elevato, di una più elevata acidità titolabile e minore pH. Quanto all’analisi sensoriale, anch’essa contempla giudici migliori rispetto alla media dei cloni, in special modo per ciò che concerne la piacevolezza globale olfattiva e gustativa.