Allarme flavescenza dorata: “Tutti devono fare i trattamenti” Dall’Assessorato ingiunzioni di estirpo di vigneti abbandonati
La flavescenza dorata sta diventando una minaccia seria per la viticoltura valdostana. A lanciare l’allarme è il presidente del Consorzio Vini Vincent Grosjean che - unitamente all’Assessorato regionale dell’Agricoltura - ricorda come sia fondamentale per tutti effettuare i trattamenti alle viti ed estirpare quelle malate per evitare il propagarsi della fitoplasmosi. «E’ fondamentale che tutti siano informati perché la necessità dei trattamenti riguarda non solo i viticoltori professionisti ma anche coloro che hanno un paio di piante davanti casa per l’autoconsumo. - sottolinea Vincent Grosjean - Il vettore della flavescenza è un insetto chiamato Scaphoideus che si nutre della linfa della pianta e che può trasmettere la malattia da una vite all’altra. Nel corso della sua vita si può spostare anche di un chilometro, infettando ogni pianta che incontra. In pochi anni può andare completamente distrutto un grande vigneto. L’unico strumento di lotta è il trattamento preventivo che va fatto su tutte le superfici vitate anche - appunto - su quelle di chi ha pochissime piante e magari non è nemmeno collegato con il sistema fitosanitario della Regione perché si arrangia da solo. Questo è un problema perché basta una pianta malata per diffondere la patologia. Perciò invitiamo tutti a informarsi presso i rivenditori di fitofarmaci o direttamente ai servizi fitopatologici dell’Assessorato. I trattamenti da fare sono 2: uno subito adesso e il secondo tra 15 o 20 giorni per abbattere il numero di questi insetti e rendere meno pericolosa la flavescenza. Ci sono anche ottimi prodotti naturali adatti alle coltivazioni biologiche, quindi non è un problema effettuare i trattamenti anche se le viti sono vicine all’orto o alla propria abitazione».
Quando la vigna è colpita, le foglie delle varianti di uva bianca diventano gialle (da qui il nome della patologia) mentre quelle di uva rossa assumono un colore rossastro. Inoltre la pianta perde forza, ha un aspetto flaccido e cadente.
La situazione epidemiologica sulla presenza della flavescenza dorata in Valle d’Aosta è costantemente monitorata dai tecnici regionali. «Da qualche anno a questa parte, la malattia ha registrato una recrudescenza in alcune regioni del Nord Italia, causata probabilmente dall’uscita dal mercato di alcuni insetticidi tra i più efficaci contro l’insetto vettore responsabile della diffusione della fitopatia, e questo quadro sta suscitando attualmente notevole preoccupazione tra i viticoltori, anche valdostani» si legge in una nota dell’Assessorato dell’Agricoltura.
La flavescenza è comparsa in Valle d’Aosta in ritardo rispetto alle altre zone del Nord Italia e nei nostri vigneti l’insetto vettore è presente con popolazioni di medio-bassa entità. Tuttavia, le indagini condotte dai tecnici dell’Ufficio Servizi fitosanitari hanno evidenziato, a partire dal 2012, la presenza di una ventina di zone a rischio, che sono state indicate e delimitate come zone focolaio attraverso appositi provvedimenti dirigenziali.
In queste aree, i viticoltori hanno l’obbligo di sorvegliare attentamente lo stato di salute delle loro piante per individuare la comparsa dei sintomi, di eliminare tempestivamente le piante sintomatiche e di effettuare i trattamenti insetticidi contro lo scafoideo seguendo le indicazioni date dall’Ufficio Servizi fitosanitari sull’epoca più opportuna e sui prodotti da impiegare.
«I nostri uffici sono a disposizione degli utenti - precisa l’assessore all’Agricoltura Marco Carrel - e diramano puntualmente indicazioni utili a contrastare il fenomeno attraverso comunicati pubblicati sul sito della Regione, nel Canale tematico Agricoltura».
Tali indicazioni vengono anche veicolate attraverso sms inviati a tutti gli iscritti e attraverso avvisi esposti presso le bacheche degli Uffici territoriali dell’Assessorato e presso i rivenditori di fitofarmaci.
«Inoltre, in tal senso il nostro Assessorato – prosegue Marco Carrel - ha avviato una collaborazione con il Consorzio Vini in un’ottica di prevenzione e contrasto al fenomeno con la speranza di raggiungere il maggior numero di persone e riuscire così a contenere la diffusione di questo insetto»
In particolare, si evidenzia che, per contenere il rischio di diffusione della flavescenza, è indispensabile anche estirpare i vigneti abbandonati presenti nelle zone focolaio, in quanto le viti inselvatichite possono ospitare l’insetto vettore favorendone la moltiplicazione. A questo proposito, a seguito dei monitoraggi effettuati, l’Assessorato ha recentemente inviato ai proprietari e conduttori di vigneti abbandonati, presenti in alcune zone focolaio, un’ingiunzione di estirpo.
Tutti gli interventi di contenimento previsti per le zone focolaio (estirpo delle piante sintomatiche, trattamenti contro il vettore, estirpo dei vigneti abbandonati) sono obbligatori e gli inadempienti sono passibili di sanzioni.
Per dubbi o domande l’Ufficio Servizi fitosanitari è a disposizione ai numeri di telefono 0165 275405, 0165 275382 o 340 0634624.