«Devo chiedere all’Inps di abbassarmi la pensione per riavere un alloggio?»
E dopo 7 anni vissuti nel suo alloggio comunale di via Chatrian, ad Aosta, una mattina del 2019 sono arrivati 3 agenti della Polizia Locale «che mi hanno preso di peso e messo fuori casa». Parole - e amari ricordi - di Giovanni Zambon, pensionato 73enne, da 4 anni residente in una stanza di 11 metri quadrati alla Casa Famiglia di piazza della Repubblica e messo lì dagli assistenti sociali.
Lo racconta ancora con l'espressione stupita di quando ricevette la lettera del Comune che gli dava lo sfratto poiché la sua pensione, secondo i parametri comunali, era troppo alta per dargli l'opportunità di vivere in un alloggio popolare. Benestante dunque? «Prendo circa 1.000 euro al mese, - dice rassegnato - che adesso tolti i circa 400 euro mensili che pago per l'affitto e 200 euro di una rata che sto pagando ogni mese me ne rimangono meno della metà e con quella devo far fronte al sostentamento quotidiano, cure mediche e medicine. Per non farmi buttar fuori dovevo forse dire all'Inps di abbassarmi la pensione?»
La causa del suo malumore non è tanto quell'affitto - anche se prima pagava 180 euro al mese -, piuttosto gli 11 metri quadrati dove vive ora, con solo un letto, un armadio e 2 tavolini. «E con il bagno nel corridoio in comune con altri 8 inquilini e soprattutto senza possibilità di poter cucinare qualcosa, tanto che anche la colazione del mattino mi tocca farla giù al bar». Le sue visite all'Arer - dal Comune infatti gli alloggi sono passati all'Azienda Regionale Edilizia Residenziale - ormai hanno cadenza settimanale. Giovanni Zambon è rientrato in lista per un'assegnazione: «Sono 109 esimo in graduatoria - spiega -, pertanto vado per sentire se ci sono stati dei progressi ma la risposta continua è che devo avere pazienza almeno fino ad ottobre quando faranno delle assegnazioni ed io sono qui che aspetto sperando di poter prima o poi riavere una casa, anche piccola perché io sono solo, ma che sia un alloggio in cui possa vivere finalmente con dignità».
Giovanni Zambon parla di circa 130 alloggi vuoti e la rabbia prende il sopravvento: «Che devo fare? Aprirne uno e diventare abusivo? No, non mi piace questo modo di fare, voglio le cose fatte bene, quindi mi dico di aver fiducia che la situazione si sistemerà prima o poi. Del resto - conclude -, sono sempre stato in regola con gli affitti, mai saltato uno, e nonostante questo mi hanno messo alla porta».