Un frantoio a Donnas per l’olio d’oliva valdostano Il Consiglio approva una mozione all’unanimità

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Un frantoio per produrre l’olio d’oliva valdostano. La necessità era emersa nell’assemblea dell’Avo - Associazione Valdostana Olivocoltori - svoltasi nello scorso mese di aprile proprio a Donnas. Ora si è fatto un’ulteriore passo avanti con l’approvazione all’unanimità - da parte del Consiglio comunale di Donnas durante la seduta di lunedì scorso, 26 giugno - di una mozione proprio a questo scopo. Nella discussione è emersa l’intenzione dell’Amministrazione di costruire un frantoio sul territorio di Donnas, individuando come ipotesi di insediamento la località di Chignas.

«C’è una oggettiva crescita della coltivazione dell’ulivo e ad oggi i numerosi olivicoltori valdostani sono costretti ad andare in Piemonte a portare il loro raccolto al frantoio» spiega il sindaco Amedeo Follioley. In effetti le olive raccolte in Valle d’Aosta vengono per la maggior parte portate al frantoio di Settimo. La crescita del numero di appassionati e di piante messe a dimora - queste ultime più che raddoppiate in pochi anni - rende però auspicabile una filiera che si chiuda all’interno dei confini regionali. «Abbiamo sostenuto la mozione della maggioranza e accogliamo con favore tutto ciò che possa essere alternativo all’incolto. - sottolinea il consigliere di opposizione Fabio Marra - L’importante è che ci sia uno sviluppo armonizzato di questa coltura rispetto alla vigna, che rimane l’elemento caratterizzante di Donnas».

Durante la seduta di lunedì, il Consiglio comunale è inoltre tornato sull’argomento della riapertura della Strada Romana, chiusa ormai dal 2011 per il rischio di frane dal versante soprastante. La minoranza chiedeva l’urgente riapertura della strada e di riferire al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente della Regione. Dopo un’accesa discussione, la maggioranza ha proposto di emendare la mozione. «Una mozione molto simile è stata presentata dalla maggioranza e approvata all’unanimità solo 2 anni fa, nel febbraio 2021. - si legge in una nota della maggioranza - Da allora ci sono state diverse interlocuzioni sia con Bard che con l’Amministrazione regionale. È stato effettuato un laser scanner della parete e con il Politecnico di Torino e si stanno definendo le possibili azioni da intraprendere. È stata poi predisposta una scheda progettuale per l’inserimento del progetto nel Fesr 2021-2027 il cui titolare è la Regione Valle d’Aosta. Crediamo pertanto che la mozione così come presentata non potesse essere approvata perché in questi anni non c’è stato da parte nostra immobilismo, anzi, di cose ne sono state fatte. Inoltre proprio per un rispetto istituzionale verso la Regione non riteniamo di interpellare il governo nazionale. Perciò condividiamo la vostra mozione solo nella parte in cui si chiede l’impegno a tenere alta l’attenzione su una strada che anche noi riteniamo strategica ed essenziale per il nostro paese e il suo sviluppo». A questo punto la minoranza ha ritirato la mozione originaria ed è stata approvata all’unanimità la nuova mozione presentata dalla maggioranza.

«La riapertura della strada romana è fondamentale per portare turismo nel borgo, elemento essenziale per il recupero dello stesso. - rimarca Fabio Marra - Abbiamo voluto sollecitare nuovamente la maggioranza ad attivarsi anche perché è in previsione proprio adesso il ripristino di alcuni immobili comunali nel borgo. Recuperare questi edifici è un dovere dell’Amministrazione ma ci preoccupa che la soluzione che hanno previsto per Maison Henrielli sia quella di creare un bar e ristorante: il rischio è di avere una cattedrale nel deserto in un borgo fantasma. Per quanto riguarda la strada, secondo noi si poteva puntare ai fondi del Pnrr che stanziano 2,49 miliardi per il dissesto idrogeologico mentre la maggioranza ha preferito non uscire dall’ambito regionale. Abbiamo comunque chiesto di venire aggiornati sull’evoluzione della situazione per evitare di far passare altri 10 anni».

L’assemblea ha approvato la terza variazione al bilancio che pareggia sulla cifra di 707mila euro. «Questa variazione - ha illustrato il vicesindaco Matteo Bosonin - è dovuta principalmente all’esigenza di impiegare risorse per lo spostamento della Scuola di Vert e per la riapertura del Rifugio Bonze. Inoltre si è reso necessario accertare nuove entrate a copertura di interventi già finanziati dall’Amministrazione come Canton Puntet dove si stanziano le risorse per finanziare l’intera opera nell’esercizio 2023».

La minoranza ha infine messo in evidenza le criticità che si sono verificate con l’avvio del nuovo appalto della raccolta dei rifiuti e auspicato un passaggio alla tariffa puntuale: «A fronte della riduzione della frequenza del ritiro, ci sarebbe in questo modo almeno una riduzione dei costi» ha chiosato Fabio Marra.

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