I dati di Bankitalia: l’economia valdostana rallenta la ripresa
E’ tendenzialmente positivo il quadro economico della Valle d’Aosta fotografato dalla Banca d’Italia nel tradizionale incontro di giugno, organizzato mercoledì 28 nell’auditorium della Caserma Cesare Battisti di Aosta. A commentare i dati, raccolti da fonti nazionali e regionali dagli analisti di Bankitalia, sono stati - dopo i saluti del comandante del Centro Addestramento Alpino Alessio Cavicchioli e del capofiliale di Aosta della Banca d’Italia Simone d'Inverno - il presidente della Cva Marco Cantamessa, il presidente Adava Luigi Fosson e Alessio Nicoletta di Coldiretti Valle d’Aosta, con la moderazione dell’economista Mario Deaglio, professore emerito dell’Università degli studi di Torino.
Luci e ombre
Se è vero che l’economia valdostana continua a crescere, nel 2022 è stato rilevato un rallentamento rispetto all’anno precedente. Il rincaro delle materie prime, soprattutto in ambito energetico, l’aumento dell’incertezza dovuto alle maggiori tensioni geo-politiche internazionali, e dall’invasione russa dell’Ucraina, l’aumento dell’inflazione che frena consumi e investimenti, l’incremento dei tassi d’interesse sui prestiti sono tutti fattori che limitano gli aspetti di ripresa. Sono invece elementi positivi il miglioramento del quadro sanitario, dopo la fine della pandemia, gli incentivi fiscali per l’efficienza energetica degli immobili e la progressiva attenuazione delle difficoltà di approvvigionamento dei beni intermedi, cioè quelli utilizzati per produrre altri beni.
Il prodotto interno lordo della regione è in crescita, così come per Italia e nord ovest, ma i livelli sono ancora lontani dal periodo precedente il 2008 e l’esportazione resta legata al comparto siderurgico, ma regala comunque un +36,6 per cento Cresce anche l’agricoltura, dove si riscontra il settore più giovane: infatti il 16 per cento degli imprenditori in quest’area ha meno di 40 anni. Se l’occupazione è in aumento, scendono invece le produzioni di foraggio (-38,5 per cento) e quasi tutte le altre, eccetto l’uva da vino, che segna un +20,7 per cento, su una superficie coltivata invariata. Segna un incremento il fatturato dell’industria, che crea anche maggiore occupazione, un +10 per cento rispetto ai -16,3 e -1,9 per cento nel 2020 e 2021. Nell’edilizia, gli investimenti legati al superbonus costituiscono il 35 per cento del fatturato del comparto regionale e anche le amministrazioni locali segnano un +12,5 per cento di investimenti. In prospettiva, l’impatto del Pnrr fa prevedere un aumento dell’occupazione del 3,1 per cento (rispetto al 2019) per ogni anno fino al 2026, anche se con un risultato inferiore rispetto ai numeri nazionali.
L’acqua diventa un bene ancor più prezioso, conteso fra agricoltura, industria e produzione idroelettrica, che costituisce comunque l’80 per cento dei consumi finali in Valle d’Aosta, contro il 33 per cento dell’Italia.
Famiglie e turismo
Tornano i turisti, con un +75,8 per cento, più in estate che in inverno: gli stranieri raddoppiano e gli italiani tornano ai livelli pre pandemia. L’occupazione nel settore è stata di +10,3 per cento nel 2022 e +6,9 per cento nel primo trimestre del 2023, ma le imprese dicono di avere difficoltà di reperimento della manodopera. Grazie all’aumento della redditività, i ricavi sono quasi raddoppiati, con un recupero dei piani di investimento, tenendo conto da un lato dei rincari energetici e dall’altro degli incentivi regionali. Il 75 per cento delle piste e passaggi sono in comprensori in alta quota, soprattutto Cervino, Monte Bianco e Monte Rosa, ma sale di quota anche l’innevamento artificiale, a causa dell’aumento delle temperature. Il suggerimento degli analisti è quindi di creare alternative agli sport invernali, proponendo più attrattive culturali e offrendo una gamma più ampia di servizi, con l’obiettivo di destagionalizzare i flussi turistici.
Le famiglie guadagnano meno (-2,1 per cento) e gli analisti interpretano l’aumento dei consumi del 6 per cento come causate dalle presenze turistiche. Invece non cresce tanto il debito (22,6 contro il 32,9 pre cento nazionale) grazie al fatto che i mutui sono soprattutto a tasso fisso o comunque con un tetto massimo per l’aumento della rata.
È evidente invece la differenza tra famiglie più ricche e più povere del paniere di spesa, cioè dei beni di largo consumo e i servizi di una famiglia media: il caro energia ha colpito soprattutto i nuclei più fragili.
Gli interventiDurante il confronto moderato da Mario Deaglio, il presidente dell’Adava Luigi Fosson ha auspicato: «Bisogna aprire le frontiere. Ci sono state 240mila richieste di posti di lavoro, 100mila dal settore agricolo e 140 mila da parte di altre associazioni. Ne sono stati concessi 82mila. Ma non solo, per questi 82mila l'iter è di un anno e mezzo. Non si finisce mai». Luigi Fosson ha aggiunto che «Dobbiamo metterci nelle condizioni di poter reclutare dei lavoratori ovunque. Devo poter alzare il telefono, chiamare un'agenzia dello Stato, chiedere un colloquio e farlo via Skype. Dopo dico “lo assumo, gli mando il contratto di lavoro, tu mandami il lavoratore”. Deve essere una cosa semplice, non impossibile come è adesso. In questo caso è questione di sopravvivenza delle nostre aziende». Il presidente della Cva Marco Cantamessa, affrontando il tema della crisi idrica, ha invece evidenziato che «Lo snow water equivalent (la quantità di acqua stoccata nella neve, ndr) è tornato in media. Le dighe si stanno riempiendo bene: tutti i giorni mi vedo arrivare 1,2 milioni di metri cubi di Place Moulin. Quindi tutto sommato siamo contenti. Però non bisogna illudersi. Dobbiamo far fronte a situazioni in cui ci sarà molta volatilità, sicuramente tra un anno e l'altro, ma anche all'interno dell'anno».