Polemiche sui soccorsi dopo la chiamata di emergenza: la ricostruzione dell’Usl
Sabato scorso, 24 giugno, su segnalazione di alcuni protagonisti di una vicenda legata alle polemiche relative ai ritardi di un soccorso a Jovençan, dopo la pubblicazione del dettagliato articolo da parte de La Vallée Notizie che nell’occasione aveva pure intervistato il responsabile del servizio 118 dottor Luca Cavoretto, il dottor Luca Montagnani, direttore del Dipartimento di Emergenza, Rianimazione e Anestesia/DERA dell’Azienda Usl della Valle d’Aosta ha inviato questa lettera che volentieri pubblichiamo.
“In relazione all'articolo pubblicato sabato 24 giugno, che nonostante quanto si è cercato di spiegare riporta gravi inesattezze e pesanti accuse, corre l'obbligo di puntualizzare innanzitutto che seguire una procedura riconosciuta e validata a livello nazionale ed internazionale - che tecnicamente si chiama Medical Priority Dispatch - significa garantire al paziente un intervento appropriato e adeguato alle sue necessità e non è, come scritto nell'articolo, inutile burocrazia. Gli interventi sono tutti diversi come differenti sono le risorse, umane e di mezzi, che servono per la sua gestione ottimale.
Soprassedendo sull'epiteto di "infermiere ridolini", che offende un professionista serio e preparato, tengo a sottolineare che proprio quell'infermiere ha gestito non una, ma più di dieci concitate richieste di soccorso da parte di persone in evidente stato di agitazione, che non solo non hanno aiutato l'operatore a raccogliere le informazioni indispensabili ma che non hanno lesinato insulti e minacce. Comprensibile il momento di confusione dovuto all'evento e al luogo in cui è accaduto, meno il comportamento aggressivo e scorretto di taluni.
Nonostante la difficoltà il paziente è stato soccorso, ha potuto recuperare una buona condizione fisica ed è stato dimesso dopo alcune ore di osservazione (senza essere sottoposto ad alcun intervento chirurgico, come erroneamente riportato).
Naturalmente ogni intervento può essere soggetto ad errori che devono essere adeguatamente analizzati e valutati, al fine di migliorare il servizio reso. Ciò anche mediante le preziose testimonianze dei presenti e il riascolto delle telefonate al 112-118, che sono tutte registrate. Tutto il personale medico, infermieristico, tecnico operante in Centrale operativa è in possesso di certificazione per il triage telefonico ed è costantemente valutato dall’Unità di miglioramento della qualità.
Auspico quindi che quanto sopra esposto sia utile per contribuire a ricondurre ai vostri lettori la sostanziale realtà dei fatti, senza imprecisioni, lontano da ogni polemica e nel pieno spirito di collaborazione con la stampa e con i professionisti dell'informazione che, come quelli dell'emergenza, operano sempre a beneficio dell'intera collettività. Cordiali saluti.
Nel ringraziare il dottor Montagnani per le precisazioni e sollevati per le condizioni mediche del paziente, soccorso con notevole ritardo dal 118, dobbiamo però evidenziare che sulla questione sono state verificate le dichiarazioni di ben quattro testimoni, tutti autori di telefonate al 118 e tutti concordi nell’affermare che il comportamento di chi ha risposto loro non era consono alla situazione. Se qualcuno ha ecceduto non possiamo saperlo, mentre il dottor Montagnani ha a disposizione le registrazioni audio, ma per correttezza dobbiamo anche evidenziare che abbiamo richiesto proprio al responsabile del 118 Luca Cavoretto una dichiarazione che lo stesso ha inviato e che purtroppo, scritta in burocratese, poco spiegava della vicenda.
Quando all’“infermiere ridolini” è noto come in Valle d’Aosta si definisca un “ridolini” una persona propensa alla risata e quindi nulla di offensivo, solo una constatazione di un atteggiamento che non pare sia stato apprezzato da coloro che, preoccupati per il malore del loro amico, si affannavano a chiamare il 118 ricevendo delle risposte che probabilmente non si attendevano e soprattutto capivano, nel frattempo, che nessun mezzo di soccorso era partito alla volta di Jovençan.