Croce rossa rubrica
Il progetto “Uno Scudo per la cultura” rientra nella campagna, avviata nel 2022 da Croce Rossa Italiana “Il futuro ha una lunga storia. Proteggiamola”. Tale campagna ha portato alla sottoscrizione di un protocollo con l’A.N.C.I. per promuovere l’individuazione di beni destinatari dello Scudo Blu (foto), attraverso un lavoro di collaborazione tra i Comitati di Croce Rossa, i Comuni e le Soprintendenze.
Il segno distintivo dello Scudo Blu, riconosciuto a livello internazionale, era già previsto dalla Convenzione dell’Aja del 14 maggio 1954 per la protezione dei beni culturali nei conflitti armati. In Italia alcune località, in Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Parco Archeologico di Paestum e Basilicata, hanno già apposto lo Scudo Blu.
I 132 Stati che aderiscono alla Convezione s’impegnano, secondo il dettato dell’articolo 3, “a predisporre, in tempo di pace, la salvaguardia dei beni culturali situati sul loro proprio territorio”, individuandoli tramite un “segno distintivo che consiste in uno scudo appuntito in basso inquartato in croce di Sant’Andrea di blu e bianco”. In tempo di conflitto, gli Stati aderenti sono obbligati a rispettare e tutelare il patrimonio artistico-culturale evitando, ad esempio, di installare obiettivi militari nelle vicinanze di chiese, musei, biblioteche, siti archeologici e centri monumentali.
Il nuovo Codice italiano sulla protezione dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo numero 42 del 2004 e successive modifiche) riprende la Convenzione Europea del paesaggio e guarda oltre ricomprendendo tra i beni culturali anche anche paesaggi, riserve naturali, capolavori della natura e la conservazione delle tradizioni locali.
La protezione dei beni culturali è un percorso che non si esaurisce nell’apposizione dello Scudo Blu. Individuare i beni meritevoli di tutela significa riconoscere la loro importanza innanzitutto per la comunità locale, che attorno ad essi costruisce la propria identità, ma anche per l’intera umanità. I beni culturali, infatti, testimoniano il passaggio dell’uomo nel tempo e consentono di conservare memoria visiva ed esperienziale della storia, delle tradizioni, delle arti e della cultura. Mantengono ed alimentano quindi la ricchezza e la complessità del pensiero umano. Il progetto “Uno Scudo per la cultura” ponendosi come obiettivo quello di conservare il passato in realtà guarda al futuro. “Un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura è come un albero senza radici”Marcus Garvey.
E in Valle d’Aosta a quando l’apposizione del primo scudo blu?
Con questo articolo la rubrica si i interrompe per la pausa estiva, non l’attività dei Volontari della Croce Rossa, che saranno, come sempre, al fianco dei valdostani.