«In Valle d’Aosta non teniamo nella dovuta considerazione la sua opera»
Il Ministero dell’Istruzione e del merito, per l’esame di maturità di quest’anno ha scelto per la traccia di ambito storico-politico della prima prova scritta, la comprensione e l’analisi di un testo dello storico valdostano Federico Chabod. Un testo tratto dal volume postumo, «L’idea di nazione», pubblicato nel 1961. Corrado Binel (foto) è il presidente dell'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta: quale è stata la sua prima reazione a questa notizia?
«Federico Chabod - risponde Corrado Binel - è una figura complessa ed è senza alcuna ombra di dubbio uno dei maggiori storici italiani del Novecento. Questa scelta non fa che ricordarlo a tutti noi che talvolta, soprattutto in Valle d’Aosta, la sua terra natia, non teniamo nella dovuta considerazione la sua opera che è di grande spessore e soprattutto di grande attualità.
«L’idea di nazione» è stato pubblicato postumo nel 1961, è però di molti anni antecedente.
«Certo, di molti anni antecedente. I giovani di oggi è bene che abbiano ben presente che quelle riflessioni sul formarsi della coscienza nazionale e del suo rapporto con l’idea di libertà politica, sul pensiero mazziniano e il suo proiettarsi nella dimensione dell’umanità europea come orizzonte, sono frutto di un ciclo di lezioni all’Università di Milano tenute dopo l’8 settembre 1943».
Idea di nazione e idea di Europa. Due riflessioni parallele e profondamente collegate tra di loro.
«Anche il corso sull’Idea di Europa Federico Chabod lo tenne in una Milano occupata dai tedeschi. In quel frangente dava corpo, tra l’altro, ad una riflessione importante che contrapponeva la concezione tedesca della nazione, naturalistica e razziale, a quella mazziniana “volontaristica” e indissociabile dall’idea di libertà individuale e collettiva. Lo ricorda anche Simon Levis Sullam in un recente volume del 2021 ma lo ricordava già Gennaro Sasso nel 1961 nel suo “Profilo di Federico Chabod” pubblicato da Laterza che, con riferimento a “Gli studi di storia del Rinascimento” ricorda un bel passaggio di Chabod:”…la formazione lenta e progressiva della nostra personalità morale e spirituale, di cui la libertà politica fu uno degli aspetti,(…) non è dissociabile da quella più interiore e segreta libertà che è riposta nel franco dispiegarsi del pensiero umano di fronte al problema del suo essere.” Parole che, per i giovani di oggi, non possono che essere motivo di una profonda riflessione sul loro futuro».