Cambiare le abitudini delle aree montane con la transizione digitale
Si è tenuto nei giorni scorsi il primo incontro in Valle d’Aosta del progetto di cooperazione transnazionale SmartCommUnity che vede partner la Regione Autonoma Valle d’Aosta-Struttura Sistemi tecnologici del Dipartimento innovazione e agenda digitale e che coinvolgerà le aree pilota valdostane: i Comuni del Parco del Gran Paradiso e del Parco Naturale del Mont Avic.
L'obiettivo dell'incontro è stato quello di presentare il progetto Interreg Spazio Alpino SmartCommUnity, che mira a creare comunità “smart”, sostenibili e resilienti nelle Alpi grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali, con particolare riferimento per la Valle d’Aosta alle Comunità che risiedono nei due Parchi. A partire dal concetto di Smart Village, si intende costruire una Smart Community transnazionale e integrata nelle Alpi, volta a cambiare sia le abitudini sia le percezioni delle aree rurali o montane, promuovendo il senso di una comunità alpina strutturata e favorendo l’accelerazione della transizione digitale a sostegno di cittadini, imprese, organismi di ricerca e autorità pubbliche.
La riunione è stata organizzata per presentare SmartCommUnity a livello regionale e gettare le basi per la creazione del gruppo di lavoro che favorisca le attività e lo scambio di buone pratiche delle aree pilota valdostane.
«Crediamo che questo progetto possa essere molto importante per l’individuazione di soluzioni tecnologiche che contribuiscano a contrastare i fenomeni di spopolamento delle nostre Valli - afferma l’assessore agli Affari europei Luciano Caveri - e che il confronto internazionale sulle buone pratiche nell’area Eusalp possa essere fonte di ispirazione per un rilancio delle nostre comunità. E’ strategico un coordinamento regionale che accolga le esperienze positive che sono già presenti sul nostro territorio - in particolare su tematiche quali “workation”, spazi di coworking, spazi di comunità digitalmente connessi o partecipazione attiva dei cittadini alla tutela delle risorse naturali per citarne alcune - e che le rafforzi e consenta di capitalizzarle a favore dei territori montani più fragili, già penalizzati dal calo demografico e dal fenomeno dell’inurbamento».
Nel corso della riunione, il dibattito tra i presenti si è aperto sulla definizione di smart community, che risulta ambiziosa perché abbraccia il concetto di smartness sia in senso stretto, cioè quello relativo agli aspetti di innovazione tecnologica, sia in senso figurato, quello che pone l’accento sulla dimensione identitaria, sociale e green delle aree coinvolte. La definizione, che si concentra su aree montane o rurali, sarà oggetto di confronto non solo a livello locale ma anche a livello globale di partenariato con le altre aree dell’arco alpino che partecipano al progetto.