Un’inarpa nel segno dell’ottimismo: “Dopo la siccità la pioggia ha salvato l’avvio della stagione in alpeggio”
«Non so come sia fatto il Paradiso, ma io credo che i luoghi della mia vallata, gli assomiglino molto». Lo diceva nel 2002 Iva Petijacques, moglie dell’allevatore Bruno Bétemps, in occasione del terzo appuntamento della terza edizione di Alpages Ouverts ospitato nell’alpeggio Arpeyssau, a 2.115 metri di altitudine, sulla destra orografica della diga di Place Moulin. Anche quest’anno Bétemps tornerà al pascolo con le mucche ripetendo il rito dell’inarpa. L’alpeggio Arpeyssau da qualche anno è però gestito da Leo Bétemps, il figlio della coppia, che, da Bionaz, trasferirà la sua mandria (55 bovine da latte) ad Arpeyssau tra il 15 e il 20 di giugno.
A differenza del 2022, anno che sarà ricordato per la grande siccità che ha colpito la nostra regione senza esclusione di vallate, la stagione 2023 della monticazione parte bene e lascia sperare che prosegua nel migliore dei modi.
«Le piogge del mese di maggio e la neve che ancora c’è in quota - dice Leo Bétemps - ci permettono di guardare all’estate con buoni presupposti. Sempre che le cose non cambino drasticamente e torni il forte caldo dello scorso anno, la stagione parte molto bene, direi al top. Da mercoledì 31 maggio le nostre 55 bovine pascolano nei prati dietro la chiesa di Bionaz, ma tra una quindicina di giorni saliranno ad Arpeyssau dove i pascoli si presentano già molto verdi e sono in fiore. Credo proprio che la produzione di latte sarà ottima e di conseguenza la Fontina sarà di grande qualità. Abbiamo molti clienti, tanti sono piemontesi, che salgono direttamente in alpeggio per comprarla e questo gratifica il nostro lavoro di allevatori fatto di amore e passione per gli animali e il territorio».
Se da molte parti gli animali vengo trasferiti in quota con i camion, questo non succede per le bovine dei coniugi Guido Yeuillaz e Claudia Vallomy che gestiscono l’alpeggio Mont Millian, nel Comune di Perloz, situato a 2.006 metri di altitudine, dove si arriva solo a piedi, lungo un ripido sentiero, molto bello e ben segnalato.
«Saliamo a Mont Milian oggi, 3 giugno, con 16 bovine da latte e 2 manzette. - spiega Claudia Vallomy - Dobbiamo preparare l’arrivo delle mucche che ci sono affidate per l’estate da altri allevatori e che arriveranno a Mont Millian tra qualche giorno. In quota per il momento di acqua ce n’è e l’erba è molto bella. Questo ci fa pensare che i presupposti di una buona estate in montagna ci siano tutti. Speriamo che le cose non cambino e che il 2023 sia per noi un anno migliore dell’anno passato, un 2022 tutto da dimenticare per la grande siccità e che, purtroppo, rimarrà sicuramente nella storia della zootecnia valdostana».
Anche per la famiglia Béthaz di Gressan è tutto pronto per salire in quota con la mandria (85 bovine da latte, 10 vitelli e 8 manzi), lunedì 5 giugno, in Valgrisenche. La trasferta è in programma con partenza dai 1.000 metri di quota del mayen Coassod, situato tra Gressan e Pila, ai 1.980 metri del tramuto Botza, il primo dell’alpeggio Arp Vieille, dove poi la mandria si sposterà nella prima decade di luglio.
«Le premesse sono molto buone, - dichiara l’allevatore di Gressan Ivo Béthaz - l’erba è fresca e i prati presentano una fioritura molto bella. L’estate è partita bene e l’auspicio è che prosegua così. In alto c’è neve e c’è acqua e tutto questo, almeno per il momento, allontana lo spettro della siccità dell’estate 2022. Ai nostri pascoli faranno sicuramente bene i temporali estivi, finché ci sarà erba resteremo in quota, dove la nostra stagione in alpeggio proseguirà, se le condizioni climatiche continueranno a permettercelo, fino alla fine di settembre».
Julien Anselmet di Gignod salirà con le sue mucche, sabato 17 giugno, all’alpeggio Evecoz, situato a 2.000 metri di quota nella conca di By, a Ollomont. Anche lui è, dunque pronto a trascorrere l’estate in alta quota con la sua mandria - una novantina di capi da latte e alcuni vitello e manzi. «La stagione inizia bene - dice Julien Anselmet - perché le piogge del mese di maggio hanno reso il terreno piuttosto umido e più in alto c’è ancora neve. C’è solo da augurarsi che le cose non cambino e che non si debba fare i conti con il terribile caldo dell’estate 2002, un’estate per noi allevatori da dimenticare. L’incognita in montagna resta il lupo, ma la cosa non mi spaventa come in passato, perché la sera ritiro tutte gli animali in stalla e chiudo le porte!».
«Nel 2022 - ricorda Omar Tonino, presidente dell’Arev e anche lui pronto a salire oggi, sabato 3 giugno, all’alpeggio Grand Cortod, a Torgnon - sono mancate le piogge primaverili e il terreno era già molto siccitoso a inizio stagione. Quest’anno le cose sono diverse e le piogge di maggio hanno rimpolpato le sorgenti pressoché dovunque. Questo è un buon punto di partenza per chi sale in alpeggio. Resta però la preoccupazione per la presenza del lupo al quale non ci si può abituare e che tiene sempre alta la discussione. Non esiste ancora un Piano nazionale e anche la Regione, continuano a dirci, avrà le mani legate finché il Governo non prenderà una decisione che metta anche noi allevatori nelle condizioni di poter svolgere con maggiore serenità il nostro lavoro».