Il Ministero boccia la sanità valdostana: “Con la Calabria è la regione peggiore nei Livelli essenziali di assistenza”

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La sanità valdostana è la peggiore, insieme a quella della Calabria, secondo il “Monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza attraverso il nuovo sistema di garanzia” appena pubblicato dal Ministero della salute, che fa riferimento ai dati del 2021. Le 2 regioni sono state infatti le uniche d’Italia a fare registrare un punteggio inferiore alla soglia di sufficienza (60) in tutte le 3 macro-aree prese in esame: prevenzione, area ospedaliera e area territoriale. «Il sistema di garanzia - scrive il Ministero - rappresenta lo strumento attraverso il quale il governo assicura a tutti i cittadini italiani che l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza avvenga in condizioni di qualità, appropriatezza ed uniformità». Evidentemente in Valle d’Aosta qualcosa non funziona nel modo giusto.

Nel dettaglio, la nostra regione fa registrare 45,31 punti nell'area prevenzione, 49,31 nell'area distrettuale e 52,59 nell'area ospedaliera. Nel 2020 le insufficienze erano limitate alle seconda e alla terza area mentre dal 2017 al 2019 soltanto alla seconda. Impietosi i paragoni: nel vicino Piemonte, i punteggi relativi al 2021 sono rispettivamente 86,05, 84,47 e 81,36. Nella provincia di Trento 92,55, 79,33 e 96,52.

L’Usl: “Colpa degli indicatori”

La replica dell’Usl della Valle d’Aosta non si è fatta attendere. L’azienda sanitaria punta il dito contro «alcuni indicatori utilizzati nel report» che «risultano penalizzanti per la Valle d'Aosta in quanto collegati alle peculiarità geografiche, demografiche e organizzative del territorio valdostano. Questo quadro contribuisce all'esito negativo dei punteggi ottenuti». «I dati elaborati dal Ministero e integrati in indicatori standardizzati sono naturalmente utili - chiarisce il direttore generale dell'Usl Massimo Uberti - ma in alcuni casi non possono funzionare appieno applicati a realtà che si discostano di molto da parametri standard per quanto riguarda la conformazione del territorio, i numeri della popolazione e l'organizzazione dettata dalle possibilità dell'autonomia. Serve un'ulteriore elaborazione per chiarire i risultati che, alla luce di un'analisi specifica, risultano sicuramente migliori».

Scorrendo l’elenco degli indicatori che non raggiungono la sufficienza, nell’area distrettuale è presente l’Intervallo Allarme-target dei mezzi di soccorso (quanto ci mette l’ambulanza a raggiungere il luogo del soccorso). «Il nostro territorio alpino ha delle peculiarità specifiche dove gli spostamenti sono più complessi (il 60 per cento della superficie si trova sopra i 2.000 metri di quota). - sottolinea Massimo Uberti - In ogni caso quest’anno, proprio per migliorare su questo fronte, abbiamo firmato nuove importanti convenzioni con i Volontari del Soccorso Anpas, Croce Rossa Italiana e Volontari del Soccorso della Valpelline».

In area ospedaliera uno degli indicatori negativi riguarda la quota di interventi per tumore maligno alla mammella eseguiti in reparti con volumi di attività superiore a 150 interventi annui. «Tutti gli indicatori legati ai volumi di attività ci penalizzano: avendo una popolazione di 124 mila abitanti non possiamo raggiungere i 150 casi annui richiesti» replica il direttore sanitario dell’Usl Guido Giardini.

Nell’area prevenzione tra le criticità segnalate c’è la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la prima dose di vaccino per ciclo base. «Ad un’indagine approfondita, è stato rilevato che con l’invio dei dati di copertura vaccinale al 31/12/2021 (avvenuto nei primi mesi dello scorso anno) per la coorte di nascita 2019, anno a cui è riferita la copertura vaccinale insoddisfacente, il sistema ha calcolato un denominatore maggiorato rispetto alla reale situazione, includendo una serie di utenti fittizi (tipo paziente prova). - rimarca Salvatore Bongiorno, direttore della Struttura complessa Igiene e Sanità Pubblica - Con le correzioni al denominatore, le coperture vaccinali per la coorte 2019 si attestano tra il 93,8 e il 94 per cento per quanto riguarda la copertura vaccinale relativa al ciclo base (polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, Hib) e al 93,7 per cento per quanto concerne la copertura vaccinale nei bambini a 24 mesi per la 1° dose di vaccino contro morbillo, parotite, rosolia». Correzioni inviate dall’Usl al Ministero venerdì 19 maggio scorso e che porterebbero il risultato valdostano sopra soglia.

Infine i vertici sanitari mettono in luce come la nostra regione si stia «allineando gradualmente alle griglie Lea nazionali, createsi in passato per sole Regioni finanziate dal Fondo sanitario nazionale e che, come alcune altre Regioni a Statuto Speciale, ha delle particolarita? che vengono con difficolta? recepite a livello nazionale su indicatori costruiti negli anni per le Regioni ordinarie».

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