Politica regionale e sviluppo della montagna Confronto su turismo, energia e commercio

Politica regionale e sviluppo della montagna Confronto su turismo, energia e commercio
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Dopo Milano e Torino è stato il turno di Aosta: continua il ciclo di incontri «L’Europa incontra le Regioni», promosso dal Gruppo editoriale Netweek e dall’Ufficio di Rappresentanza di Milano del Parlamento Europeo, con la preziosa collaborazione e il patrocinio della Regione Autonoma della Valle d’Aosta. Venerdì 26 maggio, nell’Aula Magna dell’Università, si è parlato di «Politica regionale e sviluppo della montagna». Come già successo nei primi due appuntamenti, gli stakeholders del territorio valdostano hanno avuto la possibilità di dialogare con gli eurodeputati presenti, affrontando diverse tematiche di attualità: dal ruolo della montagna al Traforo del Monte Bianco, passando per la spopolamento delle valli, la questione idroelettrica e legata alle rinnovabili, le concessioni idriche, la transizione energetica, la tutela dell’identità regionale e tanto altro.

A introdurre e moderare la serata è stato Luciano Caveri, assessore regionale agli Affari europei, Innovazione, Pnrr e Politiche nazionali per la montagna, straordinario padrone di casa, che ha coinvolto nel dibattito Roberto Sapia, presidente della Camera Valdostana delle imprese e delle professioni, Giuseppe Argirò, amministratore delegato della Cva Spa, e Luigi Fosson, presidente dell’Associazione degli Albergatori Valle d’Aosta. Non sono mancati i saluti istituzionali di Gianmario Raimondi, prorettore dell’Università della Valle d’Aosta, di Maurizio Molinari, direttore dell’Ufficio di Rappresentanza di Milano del Parlamento Europeo, di Renzo Testolin, presidente della Regione, oltre che di Giancarlo Ferrario, direttore editoriale del Gruppo Netweek.

A rispondere alle istanze evidenziate dai «portatori di interesse» valdostani sono stati gli eurodeputati intervenuti, ossia gli onorevoli Lara Comi (PPE-FI), Mercedes Bresso (S&D-PD), Alessandro Panza (ID-Lega), Carlo Fidanza (ECR-Fdl) e Maria Angela Danzì (NI-M5S).

I saluti istituzionali

L’incontro ha preso il via con l’introduzione dell’assessore Luciano Caveri: «Grazie all’Università per l’ospitalità, questo è uno dei Seminari dedicati al più importante Santo della Valle d’Aosta, ovvero Sant’Anselmo: nel suo percorso è stato profondamente europeista, ha attraversato prima la Francia, poi è stato nel Regno Unito, e nei suoi brani ha ricordato le montagne da cui veniva. A proposito: non dobbiamo scordarci che sotto le montagna ci sono dei popoli alpini». In seguito ha preso parola il padrone di casa: «Ospitare questa iniziativa è un piacere enorme - ha affermato il prorettore Gianmario Raimondi - il legame con l’Europa, nella sua parte francofona e non solo, è linfa vitale per la nostra università». È stato poi il turno di Maurizio Molinari: «L’Unione Europea è presente nelle nostre vite in decine di ambiti e la Valle d’Aosta non può non essere europea, essendo una regione di frontiera. Un’attenzione speciale va all’economia di montagna, importantissima, motore della regione in ottica turismo, agricoltura, allevamento. Non possiamo poi non citare il cambiamento climatico, ha i suoi effetti, si sente e si vede maggiormente in quota. Perciò tra le sfide del futuro dovremo affrontare tale cambiamento, riuscendo a salvaguardare l’economia di una regione che dipende così tanto dalla montagna». Il presidente della Regione Renzo Testolin ha lanciato il primo appello alle istituzioni: «La Valle d’Aosta è una realtà che deve vivere e trovare la possibilità di continuare a farlo serenamente. Le vie di comunicazione e l’acqua sono le risorse che ci hanno portato ad essere centrali nel progetto europeo: sono i due temi fondamentali, poi viene tutto il resto. Perciò chiediamo all’Europa un’attenzione particolare per queste tematiche chiave, determinanti per garantirci un futuro di un certo tipo».

Le istanze degli stakeholders

L’intervento del presidente Adava Luigi Fosson ha portato subito l’attenzione sull’esigenza di «liberarci di lacci e laccioli, specialmente per noi che siamo piccoli». Il riferimento è alle norme europee e italiane: «Quando ci sono occasioni di investimento, quando qualcuno ha voglia di fare, ha bisogno di trovarsi di fronte un quadro normativo semplificato. Ma non solo: dagli anni Settanta in avanti la Valle ha scoperto il vero turismo, ma ci sono ancora tanti problemi. Alcune valli si stanno spopolando, dove lo sono meno è perché c’è un reddito che deriva dal lavoro turistico. Inoltre serve anche una maggiore attenzione all’ambiente, oltre che salvaguardare la cultura della montagna. I ragazzi devono mantenere le loro radici, sapere da dove vengono».

L’amministratore delegato della Cva Giuseppe Argirò ha acceso invece i riflettori sull’importanza dell’idroelettrico e delle rinnovabili: «Acqua ed energia sono due elementi strategici, oggi di rilevanza straordinaria. La mia azienda, totalmente green e totalmente pubblica, lavora con due problemi di fondo: il cambiamento climatico e lo shock energetico, perciò dobbiamo organizzarci per il futuro, prepararsi subito per il domani. Ora abbiamo per la prima volta le materie prime: da qui deriva la centralità delle rinnovabili e noi abbiamo il sole, il vento e l’acqua, anche di più di altri paesi. E’ una grandissima opportunità». Il terzo stakeholder intervenuto è il presidente della Chambre Roberto Sapia: «La montagna è il luogo dove le persone devono poter vivere, creare le condizioni per farlo allo stesso livello delle aree metropolitane. Lo spopolamento della montagna è un fatto evidente e si tratta di un fenomeno da arginare, perché correlato ad una perdita del sapere: per mantenere i territori bisogna creare le condizioni affinché siano vissuti. Infine il traforo del Monte Bianco: abbiamo lanciato un appello alla politica europea e nazionale per farsi carico della questione, da settembre a dicembre rimarrà chiuso per 18 anni».

Le risposte degli eurodeputati

L’onorevole Lara Comi, in collegamento da remoto, ha esordito puntando sul «Gioco di squadra per il territorio italiano, per le realtà che hanno bisogno di un supporto europeo, come la Valle d’Aosta. Il tema della montagna vede una mancanza di un modello sviluppo, perciò servono programmi concreti. Sul traforo riconosco essere un tasto dolente: ne sposo la battaglia. Attenzione poi alla tematica green, che deve essere sostenibile, alla digitalizzazione e allo sviluppo dell’agricoltura». Presenza virtuale anche per Mercedes Bresso: «Guardando al Green Deal Europeo credo che lavorare insieme sia fondamentale, con il territorio pronto ad indicarci soluzioni fattibili o meno. Sono convinta inoltre che serva creare Smart Village, villaggi le condizioni per consentire anche ai giovani di viverci, con maggiori servizi». Il dibattito è poi tornato in Aula Magna con Carlo Fidanza: «La dimensione del piccolo è un tema centrale, custodisce valori, tradizioni, cultura e identità e ha una maggiore capacità di resilienza nei momenti di crisi. In Valle d’Aosta tutti i giorni dovete vincere la sfida della sostenibilità, rendendo sostenibile le vostre imprese: questo dovrebbe essere un esempio da seguire anche a livello europeo quando si deve legiferare. Le priorità sono gli impianti di risalita, per cui il Governo recentemente ha stanziato un fondo di sostegno, ma anche il traforo e più in generale gli sbocchi verso l’Europa Centrale». Ecco poi Alessandro Panza, impegnato ad occuparsi di «montagna» a Bruxelles e anche a livello nazionale: «Con il Governo si sta lavorando ad una legge sulla montagna, sui temi dello spopolamento, della mancanza di servizi di qualità e parecchio altro. La montagna è molto variegata, con problemi simili ma con soluzioni che possono essere diverse: serve tener conto della peculiarità dei territori. Cosa che però l’Europa non fa, dove manca un approccio specifico sulla montagna: stiamo cercando di lavorare in questo senso. Altro tema è la burocrazia: serve semplificare, semplificare e semplificare». Infine Maria Angela Danzì, connessa via web: «Stiamo dimenticando il problema del cambiamento climatico, che colpisce soprattutto i territori come questo. Serve più coraggio, investire maggiormente su capitale umano e digitalizzazione».

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